La realtà delle comunità italiane all’estero è oggi profondamente mutata e diversificata sotto molteplici aspetti. Eppure, i problemi di fondo esistenti fin dalla “prima emigrazione”, quella storica, sono ancora in larga parte non risolti, molte aspettative dei nostri connazionali all’estero disattese. La persistente attualità di tematiche vecchie e nuove, legate sia all’emigrazione tradizionale che all’emigrazione segnatamente tecnologica e professionale, più ricorrente ai nostri giorni, ha attratto e stimolato l’interesse di un gruppo di amici (professionisti, titolari di aziende, dirigenti industriali, funzionari di aziende e dello Stato ed altri), che hanno vissuto la comune esperienza di trovarsi ad operare fuori del Paese di origine, a costituire a Firenze, il 9 novembre 1988, l’A.I.E. L’A.I.E., senza fini di lucro né scopi politici, nasce in un’epoca tecnologicamente avanzata, un’epoca nella quale i termini stessi di “emigrazione” ed “emigrante”, pur essendo rappresentativi di una realtà tuttora esistente, risultano essere quanto meno anacronistici e certamente affidati al passato: l’associazione, nell’intento dei suoi soci fondatori, vuole essere una realtà viva e stimolante, un punto di riferimento per i lavoratori italiani impegnati all’estero, che rappresentano un’altra Italia che vive, nel lavoro, i sentimenti nazionali con dignità e ammirevole vigore, trasporto e nostalgia, e che desidera mantenere saldo ed integro il rapporto con la madrepatria. Un’associazione, quindi, che non vuole sostituirsi alle molte esistenti, prevalentemente a carattere regionale, provinciale, locale o attive nei Paesi di accoglimento. Vuole essere invece una istituzione a carattere nazionale che possa essere anche forza dinamizzante, di stimolo cioè a superare quella “mistica dell’emigrazione” nella quale molte associazioni ancora si rifugiano e che le nuove generazioni non comprendono e rifiutano. A carattere nazionale e, in quanto tale, possibile punto di raccordo con le benemerite associazioni esistenti, recuperandone esperienze e “cultura”: in altri termini, una collaborazione aperta e franca, un’unione di forze capaci di migliorare e potenziare l’aiuto agli italiani “fuori d’Italia”. Dinamizzante e di stimolo anche per una migliore presa di coscienza del fenomeno migratorio da parte di cittadini che vivono “questa Italia”, questo fenomeno che tanto ha contribuito alla trasformazione del tessuto sociale ed economico sia del nostro Paese che di quello dei Paesi di accoglimento. Oltre agli aspetti culturali (manifestazioni varie atte a consolidare i legami con la madrepatria, favorire studi ed analisi del fenomeno migratorio, ecc.) l’associazione si propone di promuovere iniziative autonome per il conferimento di giusti riconoscimenti a chi, con il proprio lavoro, ha mantenuto, all’estero, alto il nome e il prestigio dell’Italia, e per la tutela dei lavoratori all’estero e delle loro famiglie, recependone istanze e tematiche di carattere generale, facendo da tramite con le istituzioni e le parti interessate. Inoltre, l’A.I.E. intende attivarsi per favorire sia il reinserimento stabile in patria di lavoratori italiani a vari livelli di professionalità acquisita, che il loro reimpiego all’estero, a seguito di imprese italiane impegnate nella cantieristica civile e industriale. Ancora, l’associazione vuole dare ai propri soci anche un servizio di consulenza finalizzata, (fiscale, previdenziale, ecc.), avuto riguardo al loro particolare “status”, per una più corretta gestione dei loro interessi in Italia. Per la realizzazione di tali scopi, l’A.I.E. si avvale anche del proprio periodico “La Voce - Giornale degli Italiani all'Estero”, a diffusione mirata. Un “comitato di consulenza giuridica” e un “comitato di consulenza medica” sono a disposizione per pareri e indirizzi di merito concernenti problemi di particolare natura e complessità. Questa è l’A.I.E., il suo profilo e le sue finalità: un’associazione strettamente umanitaria, nata per gli italiani “dell’altra Italia”. L’iniziativa ha già avuto incoraggiamenti concreti da parte di talune istituzioni pubbliche, oltre che da operatori privati di alcune regioni. Apprezzamenti favorevoli sono pervenuti anche da varie forze sociali che hanno manifestato vivo sostegno al programma che l’A.I.E. si prefigge.

Franco Santellocco

Segretario Generale


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12 Aprile 2001