Raccolta di FIORE DI CACTUS


DOVE SONO FINITI I MIEI BAMBINI ?

 

Una voce singhiozzante, prima sommessa e poi finita in un rantolo, così Medea dei nostri giorni sconvolta, disperata, cerca il frutto del suo amore. Ieri uno, poi un altro, poi un’altra, l’ultimo è un infante kamikaze le vittime innocenti non si contano quasi più. Accettiamo queste mostruosità con rassegnazione, cercando di dare una risposta a questo incubo femminile quasi quotidiano, trovando scuse traballanti e incredibili. Perché Madre Coraggio si è trasformata in Medea ? Cosa è successo a noi mamme ?  Sono ancora tutte belle le mamme del mondo ?

In principio c’era la donna moglie e madre: Maria e Penelope. Per secoli ci siamo identificate e scontrate con questi due modelli, il sacro e l’umano: le vicende del mondo scorrevano, l’uomo fuori a lavorare la terra e a fare la guerra, la donna in casa con i figli, tanti, a pregare e aspettare. Poi l’incanto si è spezzato le donne  escono di casa, imparano un mestiere, le gonne si accorciano, spariscono e si mettono i pantaloni. Sono più pratici, ne sanno qualcosa gli uomini, più comodi, danno maggiore sicurezza, avvolgono come una seconda pelle. Infatti cambiamo pelleI lavori di casa vengono alleggeriti dall’aiuto di macchine di varia forma e la custodia dei figli viene affidata a un attrezzo quadrato  ipnotizzante, eruttante giorno e notte suoni e figure coloratissime, invadenti ma inconsciamente molto persuasive.

Mammina è intanto affaccendata ad affermarsi come professionista, mestierante o carrierista fuori casa. Oggi la donna accetta i più grandi sacrifici per stare fuori dalle pareti domestiche. Alzatacce quotidiane, file disumane sulle strade per andare a lavorare, turni serali e festivi, ecc. ecc.. Cibi precotti, vestiti strapazzati, qualità della vita al minimo della sopravvivenza e a volte al di sotto, questo è ormai il nostro quotidiano. Eccoci qua, nervose, affilate da diete da sotto-sotto sviluppo e stanche. Già, la stanchezza indotta dallo sforzo di essere uoma. Poiché non è una realtà possibile, ecco che nell’animo entra la Bestia, la depressione, l’impossibilità di assomigliare a un modello sintetico, virtuale, che non esiste.

“Dove sono i miei bambini ?” L’urlo straziante di Madre-Medea di fronte alle telecamere, alla polizia. Ridatemi le mie creature, liberatemi dai demoni della mia psiche, aiutatemi ad ascoltare la voce dell’anima, la mia e la vostra. Aiutatemi ad allargare le braccia e a stringere al cuore ancora una volta i miei figli, i nostri bambini.

Aiutateci uomini, padri, fratelli e amici. Fateci ritrovare  la nostra femminilità, la delicatezza dei sentimenti, che le nostre mani diano sollievo, carezze, che la nostra voce sia consolazione. Amiche, sosteniamoci reciprocamente, ribelliamoci all’artificio, al sentito dire, all’effimero. E’ bello ciò che è naturale, salviamo noi stesse guardandoci allo specchio, accettando la nostra natura.

Il moderno, il quotidiano si possono conciliare con la natura femminile se riacquistiamo la coscienza di essere donne, uniche, insostituibili, così come sono sempre state le generazioni che ci hanno precedute. Così salveremo noi stesse e i frutti del nostro amore. Non vergogniamoci di essere anche un po’ Maria e un po’ Penelope, stringiamo al cuore i nostri bambini, e sottobraccio ai nostri compagni camminiamo lungo il sentiero della vita. Ce lo meritiamo.

 

Fiore di Cactus