Raccolta di Voci e Fatti


22 ottobre 2001

 

Alla fine dello scorso settembre Oriana Fallaci (un nome che non ha bisogno di presentazioni), da tempo residente a New York, ha pubblicato sul "Corriere della sera" un lungo articolo intitolato "La Rabbia e l'Orgoglio" in cui rende la sua testimonianza della tragedia delle Torri Gemelle e lancia un messaggio forte, chiaro, inequivocabile sul pericolo mondiale del terrorismo e le debolezze del mondo occidentale che si trova a fronteggiarlo.

Il testo dell'articolo è reperibile sul sito Internet www.corriere.it, assieme alle lettere con cui hanno risposto a Oriana nomi come Dacia Maraini, Tiziano Terzani, Sergio Romano, Giovanni Sartori, e tantissimi lettori in un forum di discussione che fino a questo momento ha raccolto circa 500 pagine di messaggi e-mail.

Invitiamo i nostri visitatori, qualora non l'avessero già fatto, a leggere "la Rabbia e l'Orgoglio" e a farci conoscere le loro opinioni su un testo che viene ormai da molti considerato il "manifesto" della riscossa dell'Occidente.

 

 

LETTERA APERTA A ORIANA FALLACI

 

Cara Oriana,

 

desidero dirti innanzitutto che il tuo "La Rabbia e l'Orgoglio" non è un articolo, ma una scultura. Una grande, imponente, formidabile scultura che, come i "Prigioni" di Michelangelo, si libera di ogni scorza superflua di quel marmo toscano che è tuo, e un poco anche mio (ho anch'io, nel mio piccolo, un quarto di sangue toscano).

Mi piace pensare a "La Rabbia e l'Orgoglio" non scritta, ma pronunciata da te; al tono di voce che useresti nei diversi passaggi: intenso, incisivo, tagliente come una lama ("Si parla di vaccinazioni, di maschere a gas, di peste. Ci si chiede quando avverrà… Contenti ?"), gridato ("Contrasto-fra-le-due-culture"?), e anche commosso se ascolti con il tuo giusto orgoglio di italiana un inno che è bruttino, ma è  il nostro. Il nostro, e all'inferno chi dice il contrario !

 

Su un solo punto mi permetto di dissentire da te, e lo faccio sulla base della mia più che decennale esperienza di vita in Paesi del Medio Oriente e del Maghreb. Tu hai espressioni di stima per Ali Bhutto e re Hussein di Giordania (che ho avuto anch'io l'onore di conoscere), e affermi che "quei due erano musulmani come io son cattolica" (mentre dici ineffabilmente di te stessa "son atea, grazziaddio"!). Ecco, questo è il punto, cara Oriana: in realtà i veri musulmani sono loro. E, come loro, milioni di altri credenti sconosciuti e sinceri.

 

Tu hai giustamente riportato con grande efficacia narrativa le esperienze di efferatezza e di integralismo feroce che hai vissuto in Iran, Palestina, Bangladesh, ma posso testimoniarti in piena coscienza che esistono Paesi che si chiamano Marocco, Tunisia, Turchia, Giordania, Algeria (sì, anche Algeria) in cui vivono milioni di musulmani credenti e praticanti la loro autentica tradizione di tolleranza: sono commercianti o umili negozianti, medici o avvocati; in grande maggioranza hanno una sola moglie che tiene alla propria femminilità, si trucca,  si fa la foto senza velo né chador per il passaporto, e spesso e volentieri sbraita con il marito che, con un sospiro, le dà ragione. Hanno figli che, inforcando un paio di Ray-ban, ascoltano le canzoni occidentali preferibilmente con l'ultimo modello di walkman, e figlie che studiano e sospirano per le prime cotte, vanno al cinema con le loro amiche, e non importa se una di loro indossa i blue-jeans, un'altra ha i capelli sciolti o un'altra porta il chador.

 

Sono loro i veri musulmani, prova ne sia che sono proprio loro i primi a subire la violenza efferata degli integralisti fanatici nei loro stessi Paesi. L'esempio più clamoroso è dato dall'Algeria, tuttora infestata dal terrorismo del Gruppo Islamico Armato, il GIA, sostenuto dai "barbus", come vengono chiamati sprezzantemente gli integralisti dagli stessi musulmani algerini. Per contro, Oriana, pensa che nei tribunali giordani sono da sempre disponibili una Bibbia e un Corano affinché ogni parte in causa e ogni testimone sia libero di giurare sul libro sacro della sua religione. E questa è una scelta di civiltà.

 

Ho ritenuto giusto esporti queste mie brevi considerazioni per amore della verità e sulla base della mia esperienza vissuta. Lo so, ora potresti dirmi che questo mondo dei veri musulmani è un quadretto idilliaco, ma all'atto pratico, nella "Jihad", la "guerra santa" proclamata da Osama Bin Laden e dai suoi accoliti, questi veri musulmani da che parte staranno ?  Non sono in grado di fornirti delle percentuali, posso però assicurarti che questi milioni di uomini e donne non sono affatto disposti, rispettivamente, a togliersi la peccaminosa cravatta o a mettersi il chador e smettere di studiare e chiudersi in casa. Che un talebano provi a dire a una ragazza turca o marocchina di non laccarsi le unghie e quella, con le sue unghie che oltre ad essere laccate sono di solito piuttosto lunghe, gli caverà gli occhi.

 

Quanto alla concezione musulmana della "Jihad", mi torna alla mente un'intervista rilasciata alcuni anni fa dal presidente egiziano Mubarak che, interrogato in proposito, dichiarò che, ehm, certo, la "Jihad" è prevista dal Corano, ehm, è vero, ma  solo ed esclusivamente in caso di attacco contro la religione musulmana.

In spregio a questa concezione, Osama e i suoi terroristi ci hanno dichiarato guerra per sterminare tutti noi occidentali e quindi, con cristiano travaglio o no, con rabbia o con rassegnazione all'ineluttabile, bisogna difendersi.

Tiziano Terzani, nel risponderti, dice: "Da che mondo è mondo, non c'è stata ancora la guerra che ha messo fine a tutte le guerre. E non lo sarà nemmen questa". Giustissimo. Sacrosantamente vero. Però è altrettanto vero che una guerra ha sempre messo fine ad almeno un'altra guerra, comunque siano andate le cose. Se avessimo applicato le parole di Terzani di fronte a Hitler, oggi i miei figli sarebbero dei disciplinatissimi membri della "Hitlerjugend", e gli esempi potrebbero continuare.

Purtroppo questa guerra, che non è di razza e non è di religione (anche se Osama la propugna come tale), rimane innegabilmente una guerra fra due mondi. E, come "La guerra dei mondi" di Wells, sarà difficile e logorante.

 

E allora, come tu stessa gridi, "Sveglia, gente, sveglia !".

Grazie, cara Oriana, anche a nome dell'A.I.E - Associazione Italiani all'Estero di Firenze, per averci donato la tua grande scultura.

Possa questa essere meditata liberamente da milioni di persone per approvarti, per criticarti, per osannarti, per darti addosso, ma in ogni caso perché si sveglino.

 

Un caro abbraccio.

 

                                                                  Marcantonio Scipione