Raccolta di Voci e Fatti


NON PIANGERE DA SOLA, ARGENTINA

Appare forse superfluo affermare ancora una volta che l’Argentina, nella situazione di crisi così dolorosa che l’ha colpita, può contare sul pieno appoggio e sulla più completa solidarietà di tutti noi italiani, rimasti sgomenti per la rapidità di una crisi economica di connotazione “terzomondista” che ha colpito in modo fulmineo un Paese così vicino all’Italia per la sua tradizione di amicizia e per le sue origini etniche.

Per questo il Governo italiano, le Istituzioni, le Regioni fanno a gara per impegnarsi a frenare la spirale negativa dell’economia di Buenos Aires e per attuare misure di sostegno sia finanziarie, sia pratiche da un punto di vista logistico come la recente assunzione di 30 contrattisti presso le nostre Rappresentanze diplomatiche e consolari in Argentina.

Occorre peraltro porre in evidenza un ulteriore fattore che non manca di suscitare preoccupazione: la crisi argentina potrebbe avere nel tempo pesanti ripercussioni sull’intera economia sudamericana. La svalutazione del peso, infatti, avrà fra i suoi effetti anche quello di rendere più competitivi i prodotti argentini, a detrimento di quelli provenienti dagli Stati vicini.

L’Uruguay ha addirittura giocato d’anticipo, svalutando a sua volta la propria moneta in misura doppia. In Paraguay sono all’esame misure ad hoc per proteggere alcuni settori economici dal rischio di invasione di prodotti argentini a basso costo. Anche la Bolivia sta considerando misure protezionistiche come l’innalzamento dei dazi doganali per difendersi dal mercato argentino.

In Ecuador il governo ha deciso di far salire il prezzo del combustibile del 15 per cento, causando dimostrazioni di studenti, operai e indios pronti a scatenare una nuova ondata di proteste in tutto il Paese.

Le imprese spagnole con interessi in Argentina hanno subito un forte ribasso in borsa, con una perdita di oltre 10 miliardi di Euro, mentre il gruppo petrolifero Repsol ha perso il 7,85 per cento e le azioni di Telefonica sono calate del 3 per cento.

Si tratta di segnali realmente preoccupanti, che rendono tanto più decisivo e fondamentale l’impegno italiano e dei Paesi occidentali a far sì che venga superata la crisi argentina, e che possa essere almeno attenuato il suo “effetto valanga” sull’economia dell’intera America Latina.

 

Marcantonio Scipione