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Articolo di franco Santellocco

Santellocco ed i miracoli dell'Unione ovvero la conversione del candidato Fedi


In questi ultimi giorni di campagna elettorale il candidato Marco Fedi de "L'Unione - Prodi" ha avuto una improvvisa illuminazione. Ha scoperto, dopo lunga riflessione, che per essere credibile non poteva essere sufficiente zappettare l'orticello del suo cortile, ma che probabilmente era opportuno tentare di rivolgere lo sguardo oltre la siepe del suo giardino. Si è guardato intorno ed ha scoperto che nella Ripartizione estero in cui è stato candidato sono compresi altri due Continenti, l'Asia e l'Africa, dove sono presenti Comunità italiane, vivaci e partecipi, animate da una sincera volontà di contribuire con l'apporto del loro pensiero e delle loro esperienze a questo evento cui sono interessate per la prima volta, la possibilità di esprimersi in loco per la elezione delle rappresentanze parlamentari. Nasce così una nota diffusa alla fine di marzo in cui, dopo una ovvia dichiarazione di laicità (e chi non lo è?), fa stato della convinta partecipazione emotiva e spirituale all'azione meritoria e profondamente umanitaria dei missionari, cui va la sua profonda riconoscenza (e ci mancherebbe che non ci fosse). C'è allora da domandarsi perché non ha ritenuto di distinguere la sua posizione da quella di aperta condanna che tutta la compagine della sinistra ritenne opportuno di dover adottare quando il Ministro Tremaglia valutò doveroso rendere un pubblico e solenne omaggio a tutti i missionari, alla loro opera silenziosa e continua, alla loro presenza fra i diseredati, organizzando un apposito convegno? Non si è sentita da parte sua alcuna voce di dissonanza. Il coraggio è una dote di cui si fa volentieri a meno quando la meta ambita è uno scranno parlamentare "dove posare le chiappe", secondo una espressione cara al suo compagno di cordata Randazzo, anche se esso dovesse comunque essere sistemato nel sottoscala di una segreteria di partito. La folgorazione della scoperta dei missionari è pari all'improvvisa attenzione dedicata al Nord Africa: mi domando dove aveva la testa Marco Fedi, che di fede doveva averne veramente poca, quando bocciò d'impeto l'ordine del giorno relativo alla proposta di estensione dell'assistenza medica ai connazionali residenti all'estero per tutta la durata della temporanea permanenza in Italia o ancora in riferimento ad una reale cooperazione fra Nord e Sud del mondo, o ancora, ancora, tante altre ancora… 
Dove era quando nel continente africano venivano massacrati innocenti frati trappisti, colpevoli solo di essere presenti con la loro fede, a chi manifestava la sua simpatia? In quei giorni forse neppure sapeva che esisteva un Nord-Africa, e, anche se lo sapeva, che interesse potevano avere quattro povere vite di umili frati? Esprime la sua ammirazione per la loro opera continua e non episodica. Forse questo concetto andrebbe chiarito da parte del candidato Fedi, funzionario di Patronato. L'assistenza fornita agli indigenti è opera meritoria, ma essa diventa dedizione e spirito di sacrificio quando viene assicurata con il volontariato, quando questo diventa un impegno decennale, e tende a salvare vite umane, in particolare di bambini, da gravissime imperfezioni congenite non curabili in strutture fatiscenti e non adeguate, quando cerca di avviare allo studio, in settori particolari e sensibili, come agraria, decine di studenti di Paesi in via di sviluppo. Il difficile non è trovare continuità al desiderio di fornire assistenza ai meno fortunati o ai bisognosi, il difficile è trovare le risorse necessarie, quando esse non possono essere attinte a fondi parapubblici o pubblici. Salvare un bambino è una gioia senza limiti quando per farlo si è bussato a tutte le porte, quando è stato risvegliato quel sentimento di solidarietà e di umana comprensione che spinge sia a fornire gratuitamente la propria opera che le risorse necessarie. Non è attività episodica, se essa dura da trent'anni. Nella stragrande maggioranza dei Paesi africani ci sono comunità italiane, che contano anche persone bisognose, non hanno Patronati, che sono istituzioni da Paesi ricchi e sviluppati. Sono Paesi di volontariato, Paesi di missionari. Ecco perché essi hanno la nostra comprensione ed affetto. Da sempre, non da una vigilia elettorale.