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Articolo di Franco Santellocco 

2005: l'anno della maturazione  

 

Inizia l'anno in cui verrà a maturazione la completa e definitiva appartenenza del mondo della emigrazione alla comunità nazionale, con l'acquisita consapevolezza del coinvolgimento in un evento storico, la partecipazione alle elezioni legislative e, di conseguenza, alla vita politica del nostro Paese. 
E' pur vero che le operazioni di voto si svolgeranno nella primavera del 2006, ma è durante questo anno che le comunità nel mondo dovranno organizzarsi, coagulare i loro sforzi per esprimere al loro interno i rappresentanti più degni, più volonterosi, più entusiasti e perché no più ambiziosi da eleggere nel Parlamento nazionale. 
C'é da augurarsi che la scelta cada su persone da sempre nel mondo della emigrazione, che hanno sudato, lavorato, guadagnato sul campo, nei Paesi di accoglienza, la stima dei connazionali ed il rispetto dei locali e non su burocrati inviati dalle segreterie dei partiti a costruirsi una nicchia in cui edificare la propria fortuna politica speculando sui bisogni e sulle attese dei compatrioti. 
Si è voluto ricordare che il mondo della emigrazione è una componente fondamentale della nostra politica estera e del "sistema Italia". 
Ebbene, è giunto il momento di confermare che questo concetto, così vero, è pienamente condiviso dal Governo e che si è deciso di passare dalle enunciazioni alla realtà. 
Nelle passate elezioni per la elezione dei Comites la percentuale dei votanti è stata prossima al 30% degli aventi diritto. E' chiaramente un risultato insufficiente ed insoddisfacente per qualsivoglia rappresentanza politica che intenda essere legittimata. 
I problemi che si propongono e che devono essere risolti nel corso dell'anno sono, nell'ordine, la certezza di raggiungere tutti gli aventi diritto al voto, la capacità di coinvolgerli ed informarli, la sicurezza che sia espresso, sia pure per corrispondenza, un voto personale e segreto.
Per affrontare il primo dei problemi indicati viene richiesta una collaborazione stretta e sincera da parte di Consolati, Comites, Associazioni perché ogni connazionale che ha il diritto di votare venga raggiunto ed identificato, è necessario che i Consolati acquisiscano una reale capacità di confrontarsi con le comunità, gli eletti, le associazioni, divengano l'elemento centrale e portante di una catena di relazioni senza cedere quote di potere e spazio ad altri organismi di parte. 
Per farlo servono entusiasmo e soprattutto risorse. 
Professionalità e dedizione non fanno difetto al personale del Ministero degli Esteri.
Sono le risorse a mancare in maniera drammatica, ma esse devono essere assolutamente individuate e messe a disposizione dei Consolati per una capillare ricerca dei connazionali aventi diritto di voto, in uno sforzo gigantesco, con la necessaria ed indispensabile collaborazione di Comites ed Associazioni, per effettuare una indagine di enormi difficoltà, ma che deve essere sburocratizzata e resa efficace con appropriate iniziative direttamente sul terreno. 
Nulla deve essere trascurato, é richiesta iniziativa ed uno sforzo di immaginazione.
Il Ministro degli Italiani nel Mondo non sarà parte in causa nella organizzazione della ricerca, ma spina nel fianco, pungolo costante per il collega Ministro degli Esteri affinché individui le risorse, metta a punto l'organizzazione e realizzi l'obiettivo nell'ormai breve tempo disponibile: mettere ogni concittadino residente all'estero nelle condizioni di essere riconosciuto e identificato e quindi di esercitare il diritto costituzionale di voto alle prossime elezioni legislative. 
Una volta individuati i connazionali, e siamo al secondo problema, essi dovranno essere coinvolti, informati, resi partecipi delle scelte che saranno chiamati a compiere. 
RAI International dovrà essere il veicolo per trasportare nelle comunità le informazioni sul nostro Paese, sulle scelte che lo attendono, sulle trasformazioni che ne hanno segnato lo sviluppo e lo strumento per coinvolgerle in questo grande evento di maturazione democratica, consentendo la possibilità di mettersi in mostra a candidati realmente autoctoni, capaci cioè di portare nel Parlamento la voce delle singole comunità e non solo quella delle segreterie dei partiti nazionali. 
RAI International dovrà quindi essere dotata delle risorse indispensabili a fornire una informazione puntuale, precisa ed imparziale, che non utilizzi più soltanto scampoli e cascami delle produzioni metropolitane, ma programmi mirati ad ogni singola comunità e ad ogni singolo Paese, utilizzando, ove possibile, e valorizzando la vasta rete di comunicatori italici recentemente riscoperti, capaci di vedere e spiegare gli eventi italiani con l'occhio dei Paesi di accoglienza. 
Ed anche i canali nazionali, laddove sono ricevuti, dovranno esaminare la possibilità di dedicare una fascia della loro informazione alle comunità all'estero. 
Non dovrebbe sfuggire a nessuno che sono in gioco quattro milioni di voti, 18 Rappresentanti parlamentari.
Solo una intensa e penetrante azione di informazione e coinvolgimento, una ricerca attenta ed approfondita sulle anagrafi consentirà un voto convinto e partecipe, che a questo punto sarà, e siamo al terzo problema, anche personale e segreto, non più soggetto a sospetto o peggio a mercimonio. 
Italiani nel Mondo, Ministero degli Esteri, Comunicazione, sono tutti Ministeri affidati ad esponenti di un partito che, nel passato, ha fatto della partecipazione alla vita nazionale delle comunità all'estero un elemento portante della propria scelta politica. 
Essi sono ora chiamati a trovare le risorse indispensabili affinché questo coinvolgimento diventi realtà, a creare una task force che, in stretto collegamento con Consolati, Comites, Associazioni, organi di informazione, coordini e completi le operazioni di adeguamento delle anagrafi e di individuazione reale dei connazionali, indichi i canali più idonei per veicolare le informazioni, chiarisca le modalità per un corretto esercizio del voto. 
Il momento è giunto per confermare che l'interesse per le comunità all'estero non era demagogia (come paventato da taluno) ma reale volontà di coinvolgimento.