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Articolo di Franco Santellocco

Associazionismo ed elezioni



In vista della prossima tornata elettorale, cui prenderanno parte anche gli italiani all'estero votando nelle loro Circoscrizioni per corrispondenza, l'associazionismo si appresta a giocare una partita decisiva per la sua stessa esistenza e per la capacità di coagulare ancora interessi e passione.
I partiti sono entrati con la grazia degli elefanti nella competizione, con le loro grandi risorse, con la scaltrezza dei loro uomini di punta, con l'arte consumata e ben nota di apparire convincenti e coinvolgenti, sicuri che alla fine riusciranno ad imporre uomini e programmi, in un mondo, quello dei connazionali all'estero, che avevano dimenticato per decenni perché non utilizzabile ai fini elettorali.
Se la loro sicumera dovesse trovare il conforto dei risultati elettorali, cui è ovviamente doveroso inchinarsi, le associazioni dovrebbero sancire la loro fine come soggetto capace di aggregare, iniziare a ricercare i favori dell'eletto, dedicarsi ad organizzare processioni e mercatini di beneficenza.
Ripetiamo da tempo che il mondo associativo deve dare un forte segno di vita proprio in vista della prossima campagna elettorale: deve trovare la capacità di aggregarsi, tenendo conto della situazione politica esistente in Patria, della divisione in due blocchi contrapposti delle forze in campo, scegliendo quale dei due appare più vicino al modo di sentire della maggioranza degli associati, selezionando e proponendo un candidato sensibile alle aspettative delle comunità per averle condivise in lunghi anni di paziente attesa, sostenendo poi il candidato prescelto che dovrà così essere consapevole che la sua elezione fa riferimento alle comunità e non alle segreterie dei partiti nazionali.
In questo contesto è anche opportuno sottolineare un altro aspetto relativo alla capacità rappresentativa degli eletti al Parlamento nell'ambito delle Circoscrizioni Estero. 
E' pur vero che essi rappresentano i cittadini italiani in maniera proporzionale alla consistenza numerica delle comunità. Tuttavia non può essere trascurato il fatto che, dato uno sguardo a volo d'uccello alla distribuzione geografica dei connazionali, migliaia, forse decine di migliaia di loro, non avranno voce nel futuro Parlamento.
La circoscrizione Africa, Asia, Oceania sarà, nei fatti, solo "Oceania" in rapporto alla presenza italiana in tale continente; si lasciano senza alcuna rappresentanza migliaia, forse decine di migliaia di connazionali che non avranno alcuna possibilità di vedere i loro problemi posti all'attenzione delle assemblee parlamentari: problemi veramente particolari, unici nel contesto mondiale.
Eppure si tratta di minoranze significative, di una nuova emigrazione di tecnici ed imprenditori che ricercano nuove opportunità sui mercati emergenti in una sfida che potrà dare nuova linfa ad una economia in evidente perdita di competitività.
Le loro aspettative dovrebbero avere vasta eco nel mondo parlamentare, mentre esse rischiano di essere completamente trascurate.
E' un argomento che nell'immediato viene sottoposto all'attenzione di chi ha il potere di scegliere i candidati, in tempi lunghi all'attenzione di chi farà propria l'opportunità di proporre modifiche alla legge elettorale nelle circoscrizioni Estero.