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Articolo di Franco Santellocco 

Orecchie e promesse


Il Consiglio Generale degli Italiani all'estero ha terminato venerdì 4 marzo 2005 i lavori della sua terza Assemblea plenaria nel corso dell'attuale Legislatura. I lavori delle varie Commissioni, continentali e tematiche, sono stati sviluppati con concretezza e con una sincera ricerca di soluzioni condivise, nonostante la preoccupazione in sottofondo rappresentata dai condizionamenti e dalle difficoltà che si frappongono all'esercizio del voto conquistato dopo cinquant'anni di attesa sia ai prossimi referendum che alle elezioni politiche del 2006. Non c'è stato scontro, ma dialogo, ricerca di accordo, con l'assillo che l'interesse delle collettività italiane all'estero dovesse prevalere su ogni considerazione di parte.
Non estraneo a tutto questo il buon lavoro svolto dai Consiglieri che si riconoscono nella CdL, siano essi esponenti dei partiti o rappresentanti l'Associazionismo, che riunitisi e confrontatisi, si sono organizzati e coordinati eleggendo unitariamente un "Coordinatore" unico in seno ai lavori del CGIE.
Il problema, alla luce di quanto si è visto e sentito, resta ora : quali orecchie saranno disposte ad ascoltare?
I parlamentari della opposizione hanno svolto i loro interventi con una dialettica efficace, buona retorica.
Hanno criticato il governo, i ritardi nell'affrontare le difficoltà; in definitiva non hanno fatto altro che svolgere il loro compito con quel pizzico di ipocrisia che non può mancare ad un uomo politico che parla ad una platea che non gli è totalmente favorevole.
Non vi è dubbio che essi saranno pronti a prestare orecchio alle conclusioni dei lavori, ed in particolare, alle lamentele, per i ritardi e le inefficienze: è una loro prerogativa utilizzarle in vista della ormai prossima scadenza elettorale.
I Consiglieri che fanno ideologicamente riferimento all'Area moderata hanno atteso i parlamentari della maggioranza nella certezza o almeno nella speranza che dessero utili indicazioni, illustrassero iniziative e proposte, tranquillizzassero le ansie e le aspettative.
Il Senatore Minardo, Presidente del Comitato per le questioni degli Italiani all'estero, non ha molto brillato.
E poco meglio hanno fatto gli altri rappresentanti della maggioranza.
Dunque, quali orecchie nel mondo politico avranno la volontà di prestare attenzione alle attese decennali delle comunità italiane all'estero?
Comprensibile la drammatizzazione con cui l'on. Tremaglia ha voluto sottolineare il suo intervento : il suo entusiasmo, la sua passione sono stati sufficienti, in chiusura, a compattare i ranghi, a rendere monolitico il CGIE intorno al Ministro.
Sono stati necessari cinquant'anni di battaglie per ottenere l'elettorato attivo e passivo per gli italiani residenti all'estero.
Quattro milioni di connazionali hanno ormai conquistato il diritto costituzionale di essere rappresentati in parlamento.
Venir meno a questa attesa sarebbe un "crimine".
Ed ecco dunque l'OdG presentato dal Segretario Generale, centrato sul "NO" assoluto alla "revisione della L. 459 sul voto all'estero", approvato anch'esso all'unanimità.