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Nota dell'A.I.E.

Assemblea plenaria del CGIE - Interviste a Franco Santellocco  

 

I rappresentanti del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), riuniti a Roma da lunedì 6 dicembre,  stanno vivendo giornate intense.  Ed è il presidente della V° Commissione Tematica Formazione, Impresa Lavoro e Cooperazione Franco Santellocco a commentare questo dinamismo.

Ieri, il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero ha incontrato il Presidente del Senato italiano Marcello Pera, che si è detto "orgoglioso per l'integrazione dei connazionali nei vari Paesi di destinazione, nonché per il loro radicamento nelle origini e nella Patria". Cosa vi aspettate a seguito di questo abbraccio istituzionale?
In genere, questi incontri sono sempre positivi. Il Presidente Pera ha dimostrato una maggiore carica di umanità, che probabilmente gli deriva dal fatto che la sua famiglia è stata emigrante. Trattandosi poi della seconda carica istituzionale dello Stato, ci aspettiamo una parola "buona" per quando riguarda la soluzione delle nostre istanze. In sostanza, si è trattato di un gesto di estrema attenzione e simpatia da entrambe le parti.

Il Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia sembra aver raccolto, a seguito del suo intervento di ieri, segni di approvazione e cenni di disaccordo. Cosa sta succedendo?
Personalmente, non mi è parso di cogliere segni di dissenso nè di tolleranza, anche perché Tremaglia ha fatto riferimento alla reale forza dell'italianità nel mondo, oggi e in prospettiva. Ha accennato alla rete degli imprenditori italiani all'estero e a quella dei ristoratori. Nel complesso, si tratta di una forza economica di penetrazione commerciale, viva e soprattutto forte per lo stesso Paese Italia. Di fronte a queste affermazioni, non ci possono essere segni di disapprovazione o di quieto ascolto.

E sulla questione dei digitatori?
Penso si stia giocando sulle parole. Si tratta di riassumere un certo numero di persone nella contingenza che ci attende: quella del voto. I contratti di lavoro esistono per tutti, anche per gli italiani all'estero. Ci sono regole e dinamiche da cui non è possibile prescindere e Tremaglia è sembrato propositivo per tamponare queste esigenze.

Durante l'Inno Nazionale, alcuni Consiglieri CGIE non hanno cantato...
Non tutti sanno cantare. Il sottoscritto, ad esempio, non apre la bocca per rispetto di chi c'è intorno. Quindi, non perché non si sappiano le parole.

Santellocco ha poi espresso, in altra occasione, la sua opinione sulla eventuale  approvazione della legge che concede il diritto di voto per le elezioni amministrative regionali direttamente nel Paese estero di residenza  Una rivoluzione che qualche Regione ha colto al volo, complice la crescente autonomia garantita dal federalismo, concentrando le sue risorse sull'emigrazione, ma che ancora troppo spesso sta lasciando indifferenti gli amministratori, più propensi a investire sul territorio e le risorse d'immigrazione.
Franco Santellocco, rappresentante CGIE per il Nord Africa, accoglie favorevolmente tale prospettiva poiché dal 2001 é in atto un trend di responsabilizzazione delle Regioni.

"Le regioni rispondono in maniera meravigliosa. Nel campo dell'impresa, del lavoro o della cooperazione stanno operando come se fossero un Ministero degli Esteri. Addirittura meglio. Tra le capolista ci sono, ad esempio, Abruzzo e Marche. Per questo tipo di risultati posso dire che sono favorevole al voto in loco per le amministrative italiane ai connazionali che risiedono all'estero.

Ma se il voto all'estero incidesse su certe politiche che poi gli italiani residenti nella Penisola dovessero subire? Davanti a quest'eventualità Santellocco è categorico: "Non credo assolutamente possa accadere".