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Presentazione di Franco Santellocco - Presidente della V^ Commissione tematica - al CGIE

Assemblea plenaria del CGIE - Documento finale della V^ Commissione tematica - Formazione Impresa Lavoro e Cooperazione  


La Commissione, approvando l'Ordine del Giorno conforme alla convocazione, ha dedicato larga parte del suo tempo per esplicitare i singoli punti e fare propri i concetti sostanziali.
Il dibattito ha fatto nuovamente emergere numerosi temi che sono stati sviluppati ed approfonditi, con specifico riferimento a situazioni e realtà particolarmente difficili.

La Commissione 

prende atto che non vi sono aggiornamenti da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sullo sviluppo e l'avanzamento delle iniziative relative ai "corsi di formazione professionale nei Paesi extraeuropei" tesi a riqualificare professionalmente manodopera attiva e qualificare giovani in cerca di occupazione;

insiste perché la fase operativa dei progetti abbia inizio al più presto per evitare che molti lavoratori restino ai margini del mercato del lavoro e perdano la possibilità di costruirsi alternative;

auspica che l'attuale situazione di stasi venga superata nei tempi più brevi e richiede in tal senso un deciso intervento del Comitato di Presidenza nei confronti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

si rammarica per il mancato inserimento di un delegato del CGIE nel Comitato tecnico di valutazione dei progetti;

sollecita, tramite il Segretario Generale, un incontro con il Sottosegretario On. Viespoli per ottenere un chiarimento sullo stato delle iniziative.

Nel settore della formazione, inoltre, si impone una rinnovata sensibilità nei confronti delle difficoltà frapposte al riconoscimento di equipollenza dei titoli di studio e più in generale degli iter formativi e ritiene appropriato sottolineare alla competente IV^ Commissione la opportunità di una iniziativa adeguata alla soluzione del problema.

Quanto agli strumenti di supporto all'export, in audizione, è stata seguita con interesse la presentazione effettuata dal dott. Bernardi e dall'ing. Simotti (soc. SIGMA) sul tema del coinvolgimento degli operatori italiani radicati sul territorio al fine di attivarne capacità e conoscenze e della individuazione di idonee iniziative a sostegno dello sviluppo delle attività internazionali delle PMI, in stretto collegamento con CGIE, Comites ed Associazioni radicate.
Si ripromette di approfondire in tempi successivi l'argomento, dandone conto in Assemblea plenaria, poiché il progetto appare idoneo ad incentivare la penetrazione all'estero delle PMI italiane.

Quanto alla competitività dell'export italiano, lo scenario è allarmante: società che chiudono o, nel migliore dei casi, delocalizzano; interi settori spazzati via dalla concorrenza cinese, euro alle stelle, crisi dei consumi e crisi economica generale.
Nonostante ciò, c'è ancora chi prova (e talvolta riesce) ad esportare la grande parte del proprio fatturato.
Sono aziende sane, spesso tra le migliori in assoluto e sono riuscite a mantenere e difendere, pur tra le difficoltà note a tutti, per la formula magica che crea la competitività del prodotto.
Ma per quanto tempo possono resistere?
Non è più il momento di invocare soluzioni mai rese concrete e, allo stato, a loro volta già superate.
Il "SISTEMA PAESE" non è ancora completo.
Alcuni interventi sono però possibili ed urgenti.

SIMEST: sostiene gli investimenti all'estero. Diventa socia delle aziende, sottoscrivendo fino al 25% del capitale delle società estere partecipate da aziende italiane.
Fondata nel 1990.
Servono stanziamenti per il fondo per il sostegno dei crediti all'esportazione degli investimenti all'estero ( Legge 28 maggio 1973, n. 295).
La delibera CIPE del 30 giugno 2004 ha effettivamente raccomandato al Governo lo stanziamento di Euro 527 milioni per il triennio 2005, 2006 e 2007 ma ciò dovrà essere recepito dalla Legge Finanziaria per il 2005 e urge la sensibilizzazione dei dicasteri economici al riguardo.

SACE: servizi assicurativi del Commercio estero. È la società che assicura i crediti all'esportazione. Fondata nel 1977.
Le PMI italiane evitano di rivolgersi alla SACE per le lungaggini burocratiche e gli scarsi risultati. Serve una corsia preferenziale che dia pronte risposte alle PMI.
Sono necessari prodotti che consentano, in presenza di certe condizioni, un'assicurazione del credito pressoché automatica.

Si dovrebbe in pratica modificare completamente quanto è stato fatto sinora: non più concedere o meno la copertura assicurativa ad operazione conclusa, ma fissare da subito le regole del gioco per un'assicurazione automatica.
Inoltre, soprattutto nelle operazioni più piccole delle PMI, bisogna facilitare l'accesso al credito con una polizza "garanzia" che consenta uno smobilizzo immediato dei crediti.
Per di più "il nuovo" strumento della voltura di polizza SACE per operazione di pro-soluto, che tanto avrebbe aiutato le aziende a vendere e finanziarsi sui mercati difficili, non è ancora stato reso pienamente operativo dopo una gestazione di circa 4 anni!

Buona per altro la notizia della creazione di una Associazione degli imprenditori italiani nel mondo.
Questa Associazione potrebbe concorrere a riavvicinare alla madre patria quegli italiani contraddistintisi per le loro attività imprenditoriali, sinora dimenticati ma potenzialmente interessantissimi per il "made in Italy".
Perché queste persone nel corso degli anni hanno sempre più allentato i legami con il loro paese d'origine e hanno spesso realizzato affari con altri paesi? Semplice: non hanno trovato risposte dal sistema bancario né dalle imprese che non le hanno a loro volta avute dalla SACE.

Gli italiani all'estero necessitano di informazioni rapide, voglio sapere se e come possono finanziare le loro importazioni, desiderano, in una parola, comunicare con interlocutori capaci e credibili.
Questo progetto avrà successo se si potrà e vorrà creare, a lato dell'istituzione, una vera e propria task force operativa che raggruppi le varie competenze necessarie (pubbliche e private) per fare "business".

Nel contesto si nota che l'attivismo delle amministrazioni locali italiane nel fare "marketing territoriale" - cioè la promozione all'estero delle attività produttive di un'area - troppo spesso si traduce in un affastellarsi di iniziative scoordinate, che rischiano solo di sprecare risorse senza portare a casa risultati concreti. 
Attivismo peraltro consono alla riforma del titolo V della Costituzione (2001) che accorda alle amministrazioni locali nuovi poteri nell'attività estera, senza però stabilire chiaramente ruoli e competenze.
La necessità ed opportunità di sviluppare organicamente l'insieme delle attività delle amministrazioni locali nel settore della promozione all'estero evidenzia l'esigenza che la Presidenza del Consiglio indìca nei tempi dovuti la II^ Conferenza Stato - Regioni - Province autonome e CGIE.
Questa infatti appare la sede opportuna per individuare strumenti di programmazione, di coordinamento e le eventuali sinergie.

Sul tema delle politiche regionali nel settore della emigrazione la Commissione valuta positivamente il recente incontro tra il CGIE e la Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, in cui è stata richiamata l'esigenza di organizzare al più presto una riunione comune di tutte le Consulte regionali dell'emigrazione e del CGIE per la elaborazione di politiche a favore delle comunità italiane nel mondo. 
Tra i temi trattati il problema dei frontalieri, che ha una rilevanza particolare nella regione Lombardia, senza tuttavia trascurare, più in generale, le situazioni di disagio che colpiscono le comunità all'estero, in particolare Sud America ed Africa.

Per quanto attiene il tema della cooperazione 

si lamenta ancora una volta il mancato varo della legge di riforma; 

viene sottolineato che l'attività di cooperazione è innanzitutto un obbligo morale nell'ambito della solidarietà internazionale, segnatamente verso popoli in sofferenza e per accompagnare Paesi nelle tematiche di integrazione con i Paesi avanzati.

La Commissione ritiene inderogabile e moralmente necessario il ripristino delle risorse finanziarie destinate alle attività di cooperazione.
Auspica che nella nuova strategia della cooperazione decentrata, orientata verso il più ampio coinvolgimento di regioni, province e comuni, fondazioni pubbliche e private, associazioni, siano coinvolti con pari dignità anche gli organismi rappresentativi delle comunità degli Italiani all'estero.

A conclusione, la Commissione stigmatizza che:

gli italiani residenti in Paesi extraeuropei per motivi di lavoro di media e lunga durata vengano cancellati dagli elenchi dell'assistenza sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale; 

la Convenzione bilaterale Marocco - Italia (ed altre ancora) non sia stata tuttora ratificata;

e ritenendo che i connazionali 

debbano mantenere la tutela sanitaria e che i loro diritti in campo previdenziale debbano essere salvaguardati 

sottopone il problema all'attenzione della competente II^ Commissione per gli approfondimenti del caso.