Un articolo apparso di recente sembra attribuire all’On. Tremaglia tutti i mali sofferti dalle comunità italiane all’estero: contrattisti, scuole, patronati, Comites, sedi diplomatiche, tutti problemi suscitati dalla deliberata volontà del predetto Ministro solo per mettere in rilievo la sua capacità di trovare una soluzione.
Al liceo l’insegnante di latino affermava che nel “De bello gallico” Cesare esaltava il valore dei Galli solo per mettere in evidenza la sua bravura per averli battuti.
Evidentemente l’articolista ritiene che il Ministro sia cultore ed emulo di Cesare!
Anche gli avversari politici, quelli in buona fede ovviamente, riconoscono l’impegno profuso dall’On. Tremaglia, che tuttavia talvolta non riesce a raggiungere tutti gli obiettivi che si era dato.
E’ presumibile che egli abbia incontrato non poche difficoltà nel porre rimedio ai tagli imposti dalla recente Finanziaria, ma vi è in buona parte riuscito, grazie anche alla cooperazione ed al contributo della Direzione Generale per l’Emigrazione del Mae.
Sacrifici sono stati imposti a tutti e tutti ovviamente se ne lamentano: non è certamente una novità. L’importante è che essi siano distribuiti equamente fra tutto il corpo sociale, rivolgendo maggiore attenzione verso quelle componenti che più necessitano di assistenza.
In questa direzione si sta muovendo il Ministro con la consapevolezza non di fare regalie ma di operare in buona fede ed onestà, in un periodo di obiettive difficoltà.
Non vi è dubbio che l’esercizio della critica è doveroso, purché esso produca proposte alternative: qui é il difficile, passare dall’insulto alla proposta. Questo passo richiede infatti idee, opinioni, intelligenza: non è da tutti.
In una cosa si può concordare con l’estensore dell’articolo: le attese delle comunità italiane sono annose. Decenni sono stati infatti perduti in meri esercizi di retorica dai circa quaranta governi, per la maggior parte di centro sinistra, che si sono succeduti dagli anni cinquanta alla guida del nostro Paese.
In tutti quei decenni l’attenzione dell’On. Tremaglia è sempre stata rivolta agli italiani all’estero al fine di assicurare loro assistenza, aiuto sociale, scolarità, nell’egoistico silenzio di tanti politici.
Molte cose sono ora migliorate, alcuni nodi sono venuti al pettine. Facile chiedere che decenni di dimenticanze siano risolti con la bacchetta magica della Fata Turchina. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo ha certamente ancora l’entusiasmo, la capacità e la tenacia per affrontare i problemi, accogliendo ogni utile suggerimento, se si è capaci di indicare soluzioni concrete e praticabili.
Egli continuerà ancora a perseguire la valorizzazione delle comunità, laddove l’operosità degli imprenditori, dei ristoratori, degli artigiani, è in grado di mettere in valore un apporto di cultura, di capacità di lavoro, di spirito di adattamento, perseverando nel contempo nell’azione per assicurare condizioni di vita e di sussistenza adeguate ai connazionali bisognosi.
E’ infine auspicabile che nessuno abbia intenzione di sparare a nessuno, pianista o altro, perché il nostro Paese ha già sperimentato che soluzioni estreme portano solo dolore, senza arrecare sollievo alla sofferenza o miglioramenti alle condizioni di vita.
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