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Relazione di Franco Santellocco al Rotary aquilano

Promozione dell'amicizia e della pace tra i popoli

 

In occasione dell’annuale celebrazione a L’Aquila della Perdonanza Celestiniana, il Rotary Club L’Aquila, in sintonia con il Governatore Tullio Tonelli, ha organizzato una manifestazione distrettuale con l'assegnazione  del “Premio Rotary Perdonanza”, giunto alla sua seconda edizione, al Commissario Straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli. 
La manifestazione dal titolo “L’attualità del messaggio di Celestino” è stata suddivisa in due sessioni: la prima in particolare ha regalato momenti di profonda riflessione mischiati ad un pizzico di commozione con gli interventi di Padre Giovanni Battistelli, già Custode della Terra Santa, e del Presidente del Comitato Interpaese Maghreb – Italia, Conte Franco Santellocco Gargano. Due testimonianze di pace e fratellanza che ricalcano i valori del messaggio celestiniano. 

Il tema assegnato al relatore Conte Santellocco dal titolo “I C.I.P. del Rotary International nella promozione dell’amicizia e della pace tra i popoli” ha attirato l’attenzione del pubblico sia per la parte riguardante Celestino V che per quella sullo sviluppo delle relazioni Nord - Sud Mediterraneo.
Questo l’intervento del prof. Santellocco:
“L’Aquila vive in questi giorni momenti intensi nel ricordo di Celestino V. Noi siamo qui a parlare di pace nell’ambito di un impegno Rotariano quando nel mondo sono in atto tempeste scatenate ed alimentate dall’uomo, quando nazioni intere rischiano seriamente di scomparire per fame, sete, malattie endemiche, il tutto frutto, ancora una volta, del disimpegno dei più. Dunque allora un richiamo a Celestino V mi pare doveroso, questa figura eccezionale e controversa, il “Papa angelico”, la cui storia, quella di un umile monaco eremita divenuto Papa, sembra una favola poco credibile per un Medio Evo troppo spesso teatro di bieche nefandezze, eppure ancor oggi ricca di spunti di riflessione in un mondo che tende ad andare nella direzione sbagliata.
Pietro da Morrone, monaco di grandi doti spirituali e morali, esempio di fede vera, sincera, si fece portatore di una scelta di vita improntata all’umiltà, alla povertà, alla tolleranza, alla ricerca della pace. La lettura che ce ne da Dante è oggetto ormai di una rivisitazione attraverso cui si coglie la grandezza e l’eredità morale che ci ha lasciato un uomo, un Papa, di grande probità e santità.
Pietro da Morrone si ritrovò Papa quasi per caso, per un fortuito, o provvidenziale, insieme di circostanze legate ai giochi politici dell’epoca: per divenire Celestino V, malgrado le sollecitazioni, preferì L’Aquila per ricevere la tiara. Riconoscente per l’accoglienza, concesse, con la “Bolla del Perdono”, un’indulgenza plenaria ai fedeli raccolti in preghiera nella basilica in occasione della festa di S. Giovanni Decollato. E’ la “Perdonanza”: il Perdono Celestiniano è l’unico concesso su Bolla, su un documento scritto, in un’epoca in cui le indulgenze erano legate soltanto alla volontà di chi le concedeva. Un segno ulteriore della probità di quest’uomo, all’avanguardia, in campo morale e spirituale.
Celestino V ha lasciato un’impronta di santità in un mondo afflitto da mille problemi e contraddizioni, da un deleterio relativismo morale, per molti versi simile a quello in cui viviamo oggi. Ecco allora l’importanza della sua figura, esempio di accoglienza, perdono, avvicinamento universale, pace.
Sono temi attuali ed importanti, promossi e perseguiti oggi da tante persone, singole o in realtà associative, nazionali e sovranazionali, espressione di una società civile sana e consapevole delle cruciali sfide del terzo millennio. Certamente il Rotary International, di cui ricorre il centenario, opera anch’esso, per la ricerca di una pace giusta e ragionata, per il superamento delle barriere ideologiche; tante le azioni umanitarie. Innumerevoli le iniziative: basta ricordare “PolioPlus”. Il Rotary ha fatto storia lanciando, in partnership con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’UNICEF ed i Centri Statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, una collaborazione fra settore pubblico e privato senza precedenti. Ogni anno, settanta borsisti hanno la possibilità di studiare presso sette “Centri Rotariani di Studi Internazionali sulla pace e la risoluzione dei conflitti”, partecipando a programmi educativi ed umanitari che hanno un impatto positivo e tangibile, confermando un’attenzione particolare per lo smussamento delle incomprensioni. Per citare un Presidente del Rotary International: “E’ comprensibile che le persone prive dei generi di prima necessità provino paura, sconforto e disperazione – emozioni che possono generare rabbia ed intolleranza e spesso conducono ad atti di violenza”.
Il Direttore Generale dell’UNICEF: “Il Rotary si è conquistato una posizione di tutto rispetto nel villaggio globale – anzi, è stato uno dei suoi architetti”.
La ricerca delle autentiche motivazioni che possono farci riscoprire le radici profonde del Rotary in favore dell’uomo sta nel recupero di una saggezza spirituale che possa farci uscire dal vortice di un ciclone che ci sta distruggendo. 
E’ un lavoro essenziale, che va portato avanti con continuità, per smussare le ancora troppe incomprensioni di un mondo per altri versi fin troppo “globalizzato”. 
Molti i modi attraverso cui il Rotary opera, adattandosi con intelligenza alle mille sfaccettature della realtà concreta: sempre con l’obiettivo di fornire soluzioni efficienti a tante tragedie, per esportare ovunque una filosofia di vita improntata alla pace, all’accoglienza, alla tolleranza ed al servizio.
Tra questi assumono un ruolo di spicco i Comitati Interpaese, nati per essere un vero “ponte” di solidarietà tra nazioni, Continenti diversi, nella promozione dell’amicizia e della pace ed il cui successo e sviluppo è prova del grande lavoro compiuto. Nel 1930 nasce in forma embrionale il Comitato Interpaese Francia – Germania che, di fatto, sancì un primo riavvicinamento delle due nazioni; la convention del 1937 a Nizza rappresenta un deciso sviluppo, ma l’affermarsi del regime Hitleriano pone fine ad ulteriori incontri. Siamo al 1950, quando ancora Rotariani tedeschi e francesi riprendono i contatti che si consolidano e si sviluppano negli anni a venire. Nel 1990 i Rotary Club di 59 Paesi hanno contatti regolari. Nel 1996, dal curriculum del Presidente internazionale Giay si apprende che è stato per parecchi anni Presidente del CIP Argentina – Brasile. Ma, infine, cos’è il CIP ? Io preferisco riferirmi ai suoi “scopi istituzionali”, e cioè:
- promozione della pace
- comprensione internazionale
- consolidamento dei vincoli di amicizia
Le linee di azione dei CIP possono essere sintetizzate come segue:
- promozione e consolidamento dei rapporti tra i Clubs
- donazioni
- progetti speciali
- azioni umanitarie
- trasferimento di know-how e formazione professionale
Un lavoro di cui è stupendo esempio il “Progetto Mediterraneo”, che permette da ormai quattro anni a studenti Maghrebini, 12 Algerini di cui 8 Berberi e 12 Marocchini, e ad un gruppo di 12 studentesse Eritree, tutti di religione islamica, di studiare in Italia: un percorso di studi quinquennale che li vedrà diplomati nel campo dell’eco-ambiente (periti agrari), per tornare nei rispettivi Paesi con un bagaglio culturale fondamentale con cui contribuire allo sviluppo degli stessi. Soprattutto, torneranno a casa con un bagaglio morale fondato sulla tolleranza, sul rispetto e sull’accoglienza, di cui hanno potuto beneficiare e di cui pertanto diventeranno naturali portatori, in una catena di solidarietà che può fare molto di più dei tanti discorsi che si sentono ogni giorno.
La validità del progetto viene anche confermata dalla storia, riportata dal Corriere della Sera, di Kahina, una ragazza Algerina di 17 anni che è la studentessa più brava in Francia: diplomata con una media da record, parla nove lingue, e la sua vicenda ribalta l’immagine di una immigrazione associata solo a criminalità e violenza.
Il Progetto Mediterraneo, che procede a gonfie vele, prende il via nel Settembre 2001: perfetta sintonia del Preside Manfredi Tricca (Istituto Tecnico Agrario Statale Alanno-Cepagatti), che cercava alunni per non chiudere la propria scuola, con il sottoscritto, nella veste di Presidente CIP Maghreb – Italia, e con la sostanziale collaborazione del Rotary Club di Avezzano.
E’ un progetto questo per il quale si prevedono risorse attivate pari a 2.500.000 Euro, con una cooperazione internazionale operativa tra le diplomazie ufficiali di tutti i Paesi coinvolti, i Ministeri degli Esteri, della Sanità, dell’Istruzione e degli Interni.
Ho così riferito di un’azione importante che coinvolge le due sponde del Mediterraneo, e questo attraverso il Comitato Interpaese Maghreb – Italia, costituito l’undici Ottobre 1997.
Dicevamo che il mezzo più appropriato per la promozione ed il consolidamento dei vincoli di amicizia sono certamente i gemellaggi: ad oggi, troviamo i RC di Avezzano, Napoli Est, Prato, Reggio Emilia, Guidonia Monte Celio, Roma Palatino gemellati con altrettanti Club dell’Algeria e del Marocco. Altri sono in fase avanzata di realizzazione (Rotary Club Firenze Sud, ed altri ancora).
Oltre ai gemellaggi, anche l’attività di informazione, organizzazione e partecipazione risultano importanti nell’attività del CIP: ed ecco dunque il seminario (Roma, Gennaio 2001) “Mediterraneo Insieme”, al quale hanno partecipato Rotariani dei Paesi del mediterraneo, in presenza di otto Ambasciatori, o ancora (Modena, Marzo 2002) “Simposio di medicina umanitaria”, o ancora (Modena, Gennaio 2003) “III Simposio di medicina umanitaria”.
Nutrito poi il settore della formazione professionale, con stages in Italia per medici (CNR), infermieri (Clinica “Villa Bianca”, Napoli), o ancora ingegneri elettronici (Telespazio), o ancora architetti (Studi professionali e cantieri in Abruzzo). Ma anche i giovani sono protagonisti nel CIP, e questo nell’ambito della Fellowship Magna Graecia (strategia per un rapporto pacifico nel Mediterraneo).
Tanti gli AIPM conclusi o in progetto, che hanno coinvolto Club marocchini ed algerini con la partecipazione di Club del Canada, Belgio, Francia, Washington D.C., tutti aventi l’Italia quale punto di riferimento.
Grande lo slancio dei Rotariani Italiani, nel rispondere all’appello delle popolazioni colpite dal terremoto in Algeria. Il fiore all’occhiello del Comitato Interpaese Maghreb – Italia è rappresentato dal progetto “Dona la gioia di vivere a un bimbo”, iniziato nel 1996 e con il quale attraverso due M.G. sono stati salvati, per complessivi 65 interventi chirurgici, 56 bambini affetti da cardiopatie congenite: circa 1 milione di Euro le risorse economiche attivate e tanto, tanto amore di famiglie per l’accoglienza e la convalescenza.
Come non ricordare la bambina, 5 anni, che ha subito un doppio trapianto di fegato (Policlinico di Napoli, e quindi Ospedale Civile di Bergamo), ed ancora la ragazza di 11 anni fatta operare agli occhi presso il Policlinico di Messina, oppure la giovane di 28 anni, Ingegnere elettronico, praticamente cieca (causa diabete) che aveva perso ormai ogni speranza dopo interventi subiti in Tunisia e Francia e che, grazie all’impegno Rotariano del Comitato Interpaese Maghreb – Italia, è stata guarita con il sostegno determinante del RC Soave.
Insomma (TAB 16), 7 anni al servizio della promozione, della comprensione e della pace per il consolidamento dei vincoli di amicizia. Oltre 50 azioni realizzate con delle risorse economiche attivate di oltre 4.500.000 Euro. 
Quanto schematicamente descritto, costituisce parte delle azioni nelle quali si è impegnato il Comitato Interpaese Italia - Maghreb. Solo una goccia nel grande mare delle esigenze di popoli che si stanno affrancando da ataviche difficoltà. Ma una goccia che costituisce un atto di amore verso i più deboli e che, si spera, possa contribuire ad intaccare la dura pietra dell’indifferenza e del disinteresse.
Avviandomi alla conclusione, mi piace ricordare le parole di Papa Giovanni Paolo II: “l’amore vince, abbatte le frontiere, spezza le barriere tra gli esseri umani. L’amore crea una nuova società”.
Questo è il CIP Maghreb - Italia, Rotariani fortemente impegnati che dalla sponda sud del Mediterraneo, dal Continente Africa, guardano all’Italia.
Non bisogna dimenticare la centralità storica e culturale del dialogo con l’area del Mediterraneo, bisognosa di supporto per consolidare la cornice democratica del proprio progresso, per la realizzazione dell’ideale etico di un “Continente Solidale”, Europa ed Africa unite dal “lago” Mediterraneo, che consenta di elargire linfa vitale e cogliere, così, l’opportunità di una rivitalizzazione del vecchio Continente nell’integrazione paritetica. Vanno riscoperte quelle tradizioni, quelle culture che tanto affascinarono i primi esploratori europei e che devono tornare ad essere patrimonio delle future generazioni”.
Un ottimo lavoro quello svolto dal Rotary Club dell’Aquila presieduto da Giuseppe Cerone, che ha già espresso al Conte Santellocco un’ipotesi di gemellaggio con un Rotary Club dell’Algeria: un ulteriore positivo esempio della società civile, del volontariato, per intese di pace dialogate e programmate dalle parti in causa.