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Alcune Considerazioni sul recente CGIE


Si è chiusa questa mattina (30 luglio), dopo cinque giorni di intenso lavoro, l'Assemblea plenaria di insediamento del neo-eletto Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.
Dopo un inizio apparso burrascoso in conseguenza di un'assegnazione delle Presidenze delle Commissioni ritenuta sbilanciata e scarsamente rappresentativa dell'area di minoranza ("Vae victis" sembrava aleggiare nell'aria), l'atmosfera, pur nella contrapposizione delle idee, si é progressivamente rasserenata. 
Ultimate infatti le incombenze elettorali, i problemi reali hanno occupato il proscenio del Consiglio.
Primo fra tutti, pesante come un macigno sulla regolarità della prossima consultazione per le elezioni politiche, il problema delle anagrafi, dell'aggiornamento, della loro concordanza. La soluzione più logica ed ampiamente condivisa, sostenuta sia dal Ministro degli Esteri che dall'on. Tremaglia vede prevalere l'ipotesi che l'anagrafe consolare debba fare testo rispetto a quella comunale dell'AIRE. Restano tuttavia delle aree di dubbio in relazione alla certezza del godimento dei diritti politici ed alla esigenza dell'obbligo di iscrizione nei Comuni di residenza. Soluzioni possono certamente essere individuate; resta il fatto che i tempi cominciano a diventare veramente stretti.
Preservare la segretezza del voto, prevista dalla Costituzione, e la certezza della consegna e della restituzione delle buste elettorali è una ulteriore preoccupazione che dovrà trovare norme tecniche sicure.
Altro capitolo non meno importante é quello relativo al ruolo che si vorrà fare assumere al CGIE in supporto, in relazione, in coordinamento con le rappresentanze parlamentari della Circoscrizione Estero. E' una domanda che sembra aleggiare sul Consiglio: non ha ovviamente ancora una risposta, ma essa dovrà essere trovata.
A questi problemi già di per sé gravi se ne accompagnano altri di grande rilievo per le comunità: gli assegni sociali, la nazionalità, la cronica insufficienza della rete consolare ed una sua distribuzione forse ancora basata su situazioni ormai datate, rappresentano esigenze e lacune che condizionano pesantemente la vita dei nostri connazionali e per le quali si dovranno individuare e proporre rimedi adeguati.
Infine non dovranno essere dimenticati i giovani di seconda e terza generazione, ormai integrati nei Paesi di accoglienza; cui si dovrà riproporre la scoperta di culture e tradizioni del Paese di origine, mentre agli anziani si dovrà ravvivare la memoria. A tal fine assume un rilievo fondamentale la diffusione di un canale televisivo pubblico non basata su rimasugli, ma programmi mirati, interessanti ed intelligenti, capaci di captare attenzione e suscitare interesse.
Tutti questi problemi sono stati ampiamente evocati: dovranno essere esaminati, si dovranno indicare delle soluzioni, si dovrà pretendere che le Istituzioni e gli Enti previsti dalla legge partecipino ed ascoltino, che diano delle risposte, affinché il Consiglio, come è stato lamentato, non sia soltanto autoreferente. Le diverse sensibilità presenti nel Consiglio porteranno ad un confronto dialettico che potrà anche essere duro e serrato, ma le soluzioni dovranno essere concrete e praticabili, quanto più possibile unanimi per essere convincenti. Inflessibili e risoluti sui principi di fondo, ma duttili e disponibili sugli obiettivi da raggiungere nei tempi e nelle condizioni richieste: uno splendido esercizio di dialettica e concretezza attende il Consiglio.