Con le elezioni del CGIE ormai alle spalle e trascorso
il tempo necessario perché tutti abbiano ormai metabolizzato i risultati
e superata la tentazione di commenti "a caldo" ed emotivamente
condizionati, l'AIE prova a trarre le somme per una riflessione costruttiva ed
equilibrata.
Proprio nell'analisi dei commenti, piovuti inevitabilmente da ogni parte nel dopo-elezioni, si può trovare un primo spunto positivo di riflessione. Perché questi commenti si sono caratterizzati per non essere, come di tradizione, accesi. Esempio di civiltà e professionalità, che dovrebbe essere preso a modello dai nostri politici, che hanno dimenticato da tempo la fondamentale differenza tra "avversario" e "nemico" e sovente ci regalano scene indegne di un Paese civile e democratico.
Non solo: si tratta soprattutto di un segnale importante , che ci fa sperare nella serietà di questo nuovo CGIE, che dovrà pienamente comprendere e svolgere con efficacia il suo ruolo istituzionale, lontano da particolarismi controproducenti per tutti.
Nell'analisi di queste elezioni è, poi, importante mettere in risalto il ruolo di non secondaria importanza svolto dall'associazionismo che è stato, e deve continuare ad essere, il più rilevante mezzo di promozione e cura degli interessi degli Italiani all'estero. Un'importanza che deriva da un'azione capillare sul campo, dal contatto con le problematiche reali, e che non può essere mortificata da nessun organismo che miri ad essere rappresentativo dei nostri connazionali presenti nel mondo. In quest'ottica, si lamentano alcune esclusioni, sia a sinistra che a destra, di elementi particolarmente attivi e preparati del CGIE uscente.
Per concludere, cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo CGIE ? : Un CGIE né di parte, né di partito. Superando ogni particolarismo ideologico, sarà importante un dosaggio dell'organo direttivo tale da coinvolgere elementi preparati, con tanta voglia di lavorare, rappresentativi di tutte le aree continentali. Insomma, speriamo che democrazia e saggezza regnino in queste scelte, indipendentemente dalla "forza" che si richiami a ideologie di
parte. Il CGIE è rappresentativo delle istanze della base, e non dei partiti. Sta in questo tutta la sua forza. Diversamente
rischia di rimanere un contenitore vuoto. Gli italiani della fascia debole, così come la nuova emigrazione che postula strumenti diversi, non hanno bisogno di parole e ideologie, ma di fatti.
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