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Articolo di Franco Santellocco 

Sostegno all'export: passaggio obbligato per la ripresa economica

 

Dicevamo che la crisi dell’export italiano sta colpendo soprattutto le piccole e medie imprese (PMI), cioè il meglio dell’imprenditoria, quelle che possono ancora vendere macchinari, impianti e tecnologia all’estero.
Dicevamo anche che l’inversione di tendenza e cioè il recupero di competitività è possibile solo attraverso decisi interventi mirati.
Dicevamo pure che il potenziamento degli investimenti è possibile solo mediante lungimiranti interventi strutturali annunciati ma non ancora avviati.
Da articolate informazioni sul mercato, riprese da organi di stampa, si apprende che il “Sostegno all’esportazione di beni d’investimento, D.Lgs n. 143/98 (ex-Legge Ossola)” non sia stato tenuto in conto alla vigilia di questa Legge Finanziaria.
La Legge indicata, del resto, già non fu rifinanziata nello scorso esercizio.
Ed ancora pare che i fondi a disposizione di Simest siano in fase di esaurimento.
Questi contributi in conto interessi hanno permesso a moltissime società di produrre ed esportare tecnologia e di competere ad armi pari con i concorrenti europei e mondiali all’interno dell’Ocse.
In questi anni, utilizzando tale strumento sono state concesse ai compratori esteri, nell’articolato contrattuale, dilazioni di pagamento a medio e lungo termine a tasso fisso agevolato assecondando richieste di finanziamento provenienti da moltissimi paesi anche poveri.
Senza tali agevolazioni, non considerate in nessun contesto “aiuti di stato”, le aziende esportatrici si troverebbero spiazzate rispetto alla concorrenza estera ed in balia delle fluttuazioni dei tassi di interesse e della dinamica assai penalizzante dei cambi. Rischieremmo, in definitiva, di perdere mercati faticosamente conquistati e consolidati negli anni con conseguenti ricadute negative a livello economico ed occupazionale.
Chiudere unilateralmente un programma pienamente in vigore in tutti i paesi Ocse che non provvede “incentivi” ma interviene con un contributo in fin dei conti assai modesto rispetto al totale dell’export attivato, sarebbe a nostro avviso un danno enorme per l’intero sistema paese.