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Articolo di Franco Santellocco

Imprenditoria italiana all’estero: il meccanismo Icsid nell’ottica della nuova emigrazione 

“I mezzi per investire, portare sviluppo, occupazione e speranza a Paesi sull’orlo del baratro ci sono tutti: sta a noi saperli utilizzare” 

Torniamo sulla necessità di una seria promozione e sensibilizzazione dei meccanismi arbitrali di risoluzione delle controversie nell’ottica degli imprenditori italiani all’estero, e dei problemi che potrebbero essere evitati attraverso un più attento ed oculato utilizzo di tali meccanismi. 

Nella stessa ottica, dobbiamo completare il discorso riguardo ad un aspetto particolare, e particolarmente importante, del rapporto tra i nostri imprenditori ed il Maghreb: l’investimento nei Paesi in via di sviluppo. 

Sappiamo che gli investimenti stranieri sono e dovrebbero continuare ad essere linfa vitale per questi Paesi. Il problema è che tali investimenti, essenziali per dare una vera possibilità di crescita al Maghreb, sono frenati dai possibili rischi di insolvenza da parte dei Governi nazionali di Paesi in così precarie condizioni economiche (ma non di risorse naturali), e dai conseguenti problemi giudiziari che possono sorgere. 

Per molto tempo, tutti i numerosi e variegati sistemi elaborati per la protezione degli investimenti nei Paesi in via di sviluppo sono stati caratterizzati da un antagonismo di fondo che ne ha minato l’efficacia: da un lato, c’era l’interesse del singolo Stato a non vedere in alcun modo pregiudicata la propria sovranità nazionale, dall’altro, c’era la predisposizione da parte delle multinazionali di strumenti contrattuali sempre più raffinati per offrire le migliori garanzie al privato investitore. 

In tutto questo, i mezzi di protezione dell’investitore straniero finivano per essere estremamente limitati, riducendosi spesso alla semplice protezione diplomatica. 

Ma la situazione è cambiata in modo decisivo. 

Nel 1965, con la Convenzione di Washington è stato istituito l’ICSID (International Centre for Settlment of Investment Disputes), un organismo arbitrale con lo specifico compito di amministrare un meccanismo di risoluzione delle controversie in materia di investimento tra privati e Paesi in via di sviluppo. 

Tale meccanismo, per la cui applicazione è necessario un esplicito accordo su base contrattuale tra il privato interessato (che sia cittadino di uno Stato contraente della Convenzione) ed il Paese in cui è effettuato l’investimento (purché anch’esso parte della Convenzione), ha ridato grande valore al procedimento arbitrale, permettendo di ristabilire un clima di collaborazione e fiducia, attraverso la depoliticizzazione delle controversie. 

Alla base del sempre maggiore successo ed utilizzo su larga scala del meccanismo ICSID, vi è la completa autonomia del meccanismo arbitrale da qualsiasi ordinamento nazionale: l’intera procedura è amministrata dall’ICSID stesso, ad esclusione di qualsiasi giudice nazionale, attraverso tribunali arbitrali composti in ugual misura da cittadini di Paesi esportatori e importatori di capitale. 

Di più: l’ICSID, dotato di personalità giuridica internazionale, ed i tribunali arbitrali da esso amministrati trovano diretto fondamento in un Trattato Internazionale (a differenza di ogni altro tribunale arbitrale, che è di natura privata), e dunque la loro costituzione e funzionamento sono internazionalmente garantiti. 

Non solo, l’ICSID amministra direttamente anche i mezzi d’impugnazione contro le sentenze dei suoi tribunali arbitrali, rendendosi così davvero impermeabile a qualsiasi interferenza da parte di ogni Stato nazionale. Le sue sentenze sono vincolanti ed immediatamente esecutive per ogni Stato contraente, come se fossero sentenze di un tribunale interno. 

Inoltre, visto che la forza obbligatoria delle sentenze ICSID nasce direttamente da un Trattato Internazionale, c’è la possibilità di convenire lo Stato inadempiente davanti alla Corte Internazionale di Giustizia per violazione di Trattato. 

Alla luce di tutto questo, è auspicabile che la conoscenza di questo meccanismo venga favorita e promossa sempre più capillarmente tra i nostri imprenditori, spesso frenati nei loro investimenti verso Paesi che ne hanno un bisogno spasmodico più per mancanza di informazioni che per rischi realmente sussistenti. 

L’ICSID funziona. Da più di 30 anni risolve con successo controversie in materia di investimento tra privati e Paesi in via di sviluppo. E ciò è dimostrato dalla crescita esponenziale delle controversie da questo trattate negli ultimi anni, deferite da multinazionali, singoli imprenditori o Stati. 

I mezzi per investire, per portare sviluppo, occupazione e speranza a Paesi che sono sull’orlo di un baratro ci sono tutti. 

Sta a noi saperli utilizzare, sta a noi volerli utilizzare. 
 

Franco Santellocco

 

19 gennaio 2004