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Referendum del 15 giugno: il Ministro Tremaglia invita i connazionali all’estero a votare

La “prima volta” degli italiani all’estero: prova generale per il voto politico

AIE - La tornata referendaria di giugno sarà un banco di prova, un test fondamentale in vista delle prossime politiche: i cittadini italiani all’estero, potranno infatti, per la prima volta, votare per corrispondenza. Un voto, quello del 15 giugno, che avrà oltre che una valenza storica, anche un notevole valore politico. Secondo i dati, i cittadini italiani residenti all’estero in possesso dei requisiti per esercitare il voto, oscillano tra i 3 ed i 4 milioni: un dato consistente che potrebbe rappresentare “l’ago della bilancia”. Anche se sempre conteggiati nel quorum gli italiani all’estero non hanno mai finora potuto realmente votare in loco. Come ha ricordato il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, che il 27 marzo alla Farnesina ha incontrato le agenzie di stampa per l’estero.

I cittadini italiani all’estero che entro il 28 maggio non avranno ricevuto il certificato per partecipare alla tornata referendaria potranno recarsi al Consolato più vicino e, dimostrato che ne hanno titolo, acquisire il diritto di votare.

Il Ministro ha rivolto un forte appello ai connazionali all’estero affinché votino. “Il referendum è la prova generale, la prova del nove delle prossime politiche”, ha sottolineato Tremaglia che ha sollecitato la stampa specializzata a farsi veicolo di questa importantissima istanza, sensibilizzando gli italiani nel mondo al voto. “Fate con me questa grande battaglia”, ha detto Tremaglia ai giornalisti. “Sarebbe un successo se riuscissimo a fare votare più del 25 per cento dei connazionali”, ha aggiunto il Ministro che si è già attivato presso la Presidenza del Consiglio affinché siano realizzati spot mirati, “non per dare indicazioni di voto”, ha precisato, ma con l’obiettivo di fare comprendere pienamente ai connazionali la grande opportunità rappresentata dalla prova referendaria. Una prova della quale il Ministro sente la grande responsabilità e per la quale sta seguendo una strada precisa: essere tramite delle forze politiche. “Ho chiesto a tutte le forze politiche quale sia la loro linea riguardo al referendum in modo da comunicarla agli italiani all’estero” ha chiarito il Ministro che già preso contatti diretti con responsabili di partito ed esponenti parlamentari: ha già parlato con Bertinotti, che ha molto apprezzato la sua iniziativa definendola una lezione di democrazia, con Rutelli, Castagnetti, Vito, La Russa, Volontè, Boato, Cè.

Ciò in linea con quella che il Ministro ha sempre seguito: la politica del dialogo. Non per niente Tremaglia ha ricordato che nel suo staff ministeriale sono presenti personalità delle maggiori aree e che, in politica, si deve lavorare nell’interesse generale, nell’interesse “della Nazione e non della fazione”.

Dai referendum al voto politico. Il Ministro Tremaglia, nel corso dell’incontro ha rilanciato la proposta di una “lista degli italiani all’estero” per le prossime elezioni. Una lista in cui vi siano candidati di rappresentanti di associazioni, CGIE, Comites e società civile. “Da una indagine risulta che questa è una linea vincente: un’alta percentuale è favorevole”. Solo con una lista di questo genere, ad avviso del Ministro, gli italiani nel mondo potranno davvero influire sulle decisioni che si prenderanno in Parlamento. Liste di partito con candidati degli italiani all’estero toglierebbero loro la voce e i nostri connazionali non sarebbero realmente rappresentati come invece hanno diritto di essere. Pertanto, un “no” netto alle liste di partito da parte del Ministro. Una posizione che si richiama anche alla battaglia vinta in Parlamento, sull’articolo 8. Come noto, alcune forze politiche avrebbero voluto candidati dei connazionali all’estero residenti in Italia, ma la linea di Tremaglia riuscì a prevalere: candidati potranno essere solo i connazionali residenti all’estero. Una lista al di fuori dei partiti darebbe l’opportunità di creare un gruppo parlamentare degli italiani all’estero supportato dal CGIE e con un rapporto preferenziale con i 351 parlamentari nel mondo di origine italiana.

Infine, riguardo al censimento degli italiani all’estero, chiuso il 21 marzo, il Ministro ha annunciato di avere chiesto al Ministero degli Esteri i dati definitivi, per una opportuna valutazione.

 

Simonetta Pitari