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Espulsioni dalla Germania: lettera di Bruno Zoratto (CGIE) agli europarlamentari italiani

AIE “La seconda relazione sullo ‘Stato dei diritti nei Paesi dell’UE’ presentata al Parlamento Europeo contiene inammissibili lacune, ignora, forse volutamente, le discriminazioni che gli Italiani meno abbienti in Germania da anni sono costretti a subire nel silenzio generale”. Lo sottolinea il Presidente della Commissione Informazione del CGIE, Bruno Zoratto, ricordando che tali discriminazioni sono state oggetto anche di interrogazioni parlamentari presentate a Strasburgo dall’On. Fini, Muscardini ed altri.
Zoratto si è rivolto con una lettera agli ottantasette deputati italiani presenti al Parlamento Europeo, tra cui anche il dirigente dell’Ufficio Emigrazione dei DS. Nella lettera, inviata anche al Presidente del Parlamento Europeo, Pat Cox, ed alla relatrice, signora Joke Swiebel, si denuncia la situazione subita da alcuni nostri connazionali che non hanno un lavoro, che sono venuti in conflitto con la legge, o che usufruiscono dell’aiuto sociale ed hanno una pensione inferiore ai seicento euro mensili.
“La questione dei “Soggiorni Negati” e delle “Espulsioni Facili” che riguardano migliaia di cittadini Italiani residenti in Germania – si legge nella lettera - è da tempo oggetto di preoccupazione da parte della nostra collettività che, tramite il Comites (Comitato per gli Italiani all’estero) e il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), ha denunciato questo stato di cose, che non è certo in sintonia con la normativa e giurisprudenza europea.
Da anni, in alcuni Länder tedeschi si persegue questa prassi, che è in netto contrasto con l’articolo 39 (ex art. 48) del Trattato istitutivo dell’UE di Roma, tendente a non far pesare sullo stato sociale locale le fasce deboli della nostra emigrazione, negando in questo modo diritti fondamentali maturati in tanti anni di regolare lavoro.
Da tempo le autorità diplomatiche italiane – si ricorda nella lettera - hanno denunciato l’assurdità di tale comportamento, al punto che il problema è stato recentemente oggetto di un incontro fra il Ministro per gli Italiani nel Mondo e l’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania a Roma, il quale ignorava totalmente il problema.
Dato che la concentrazione dei casi denunciati è nel Baden-Württemberg, a Stoccarda è stata da qualche anno persino costituita una Commissione paritetica, che si riunisce ogni 6 mesi, composta da diplomatici italiani e da funzionari del Ministero degli Interni di questo importante Land. Non a caso la Germania è stata trascinata davanti alla Corte di Giustizia Europea con un procedimento di infrazione, che sicuramente la vedrà condannata per il mancato rispetto delle normative europee nei confronti di migliaia di nostri connazionali. Agli inizi di gennaio (4.1.03) persino l’autorevole quotidiano bavarese “Süddeutsche Zeitung”, con un dettagliato articolo firmato da Hans-Herbert Holzamer, denunciò clamorosamente questo stato di cose, apostrofando questo scandalo con il significativo titolo: “Die verratene EU-Bürger” (I cittadini comunitari traditi).
Alla Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo giacciono a centinaia le petizioni che confermano questo assurdo stato di cose, e numerosissimi sono gli atti istruttori sui singoli casi denunciati. A Bruxelles giace insabbiata una bozza di una nuova direttiva tendente a superare gli inconvenienti denunciati. Direttiva che da tempo è lasciata, non a caso, nel dimenticatoio della burocrazia comunitaria, grazie forse alle “pressioni” esterne di certi ambienti interessati.
Ora si apprende – prosegue la lettera - che il grave problema è stato scandalosamente ignorato persino dagli estensori della Relazione finale (n. A5-0451/2002 del 12 dicembre 2002) sulla “situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea”, presentata al Parlamento Europeo. In questa relazione si reclamano i diritti per le coppie omosessuali, ma non si spende una parola per riaffermare diritti acquisiti che vengono negati nella “democraticissima” Germania, e per denunciare la prassi illegale a cui vengono sottoposti tanti operai italiani che rappresentano il ceto meno abbiente dei connazionali qui residenti, dopo che hanno fatto parte per anni delle forze lavorative di questo “civile Paese”. Le espulsioni facili e i soggiorni negati a migliaia di cittadini italiani che risiedono nella Repubblica Federale – conclude la lettera - sono un problema da non trascurare, sono un fatto grave, gravissimo, che va denunciato, e che un documento importante come quello della Relazione sullo stato dei diritti fondamentali nell’Unione Europea non può continuare ad ignorare.”
Ad avviso di Zoratto, è pertanto “giusto chiedere che venga riaperta una istruttoria affinché la Commissione relatrice del Parlamento Europeo aggiorni il contenuto. Se questo è il modo del Parlamento Europeo, massima istanza democratica del nostro Continente, di stare vicino a quei cittadini che sono i precursori di diritti fondamentali di cittadinanza europea, che nessuno per proprio egoismo può negare ad altri solo perché Italiano, allora è un fatto inaccettabile che noi con forza denunciamo, chiamando tutti alle proprie responsabilità”.

AIE