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Mediterraneo, una delle priorità della politica italiana nel semestre di presidenza UE

(AIE) Il Mediterraneo è una delle priorità della politica estera ed economica dell’Italia per il suo semestre di Presidenza dell’Unione Europa. Dopo aver stabilizzato l’area balcanica, le sponde del Mediterraneo diventano quindi, il fulcro di una serie d’impegni che l’Italia intende assumere. Il Ministro Tremonti durante il suo intervento alla Conferenza Intergovernativa sul Mediterraneo, organizzata dalla Camera di Commercio di Milano, ha, infatti, dichiarato che “il programma italiano contiene l’impegno a promuovere la pace e la prosperità nelle Regioni vicine. Il miglioramento delle condizioni economiche è vitale”. A tal fine l’Italia proporrà la trasformazione della facility della Banca Europea per gli Investimenti che si occupa di partenariati euromediterranei, in un’entità precisa ed autonoma che potrà quindi godere d’investimenti sia privati sia pubblici provenienti dall’area mediterranea. Le altre proposte che intende portare avanti sono l’ampliamento del Protocollo di Partenariato di Barcellona del 1995 con nuove offerte di finanziamenti, di formazione e di progetti industriali. Un ruolo primario intende svolgerlo la Regione Lombardia ed in particolare dalla città di Milano che, come ha sottolineato il sindaco Albertini, “con le sue istituzioni e le sue imprese da anni presenti nell’area si pone come punto di riferimento”. Alla Conferenza era presente anche il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che intende proporre Milano come sede naturale della nuova Banca Euromediterranea in quanto si rivelerebbe come uno strumento prezioso per lo sviluppo della Regione, non solo per grandi progetti infrastrutturali ma anche per rendere possibile il decollo dei sistemi bancari locali e per nuove forme di finanziamento delle aziende sia mediterranee sia europee. Il Presidente Formigoni, in questa occasione, ha incontrato il Ministro siriano all’Economia e commercio estero, Ghassan Rifai. L’incontro è servito per verificare le possibilità offerte dalla Siria rispetto al processo di riforma dell’economia e per una serie di opere infrastrutturali che l’hanno dotata di strade, autostrade, ferrovie e porti. “Il Ministro - ha dichiarato Formigoni - mi ha illustrato le novità introdotte di recente in Siria per quanto riguarda il diritto societario e gli investimenti stranieri, oggi garantiti da forme di tutela moderne come l’arbitrato, inserito per la prima volta nel pacchetto di leggi che il Parlamento siriano ha varato tre settimane fa”. Per sottolineare ulteriormente questa collaborazione, è stato siglato un accordo tra i rappresentanti della Camera di Commercio di Milano e la Federazione delle Camere di Commercio siriane, mirato alla creazione di joint-ventures e di investimenti italiani in Siria “per i quali - ha dichiarato il Ministro siriano Rifai - abbiamo stabilito i primi cinque anni a tasse zero, così come l’abolizione di dazi doganali sull’introduzione di macchinari e attrezzature industriali”. Formigoni ha però ribadito come l’Europa debba superare antichi preconcetti che la portano ad indirizzare i suoi flussi economici solo verso gli Stati Uniti e l’Europa dell’Est tralasciando il bacino del Mediterraneo mentre la Lombardia, sia istituzionalmente sia tramite le sue imprese, ha da anni tessuto molti rapporti con questi Paesi, rappresentando il 23% di tutto l’interscambio italiano, 2.225 sono le aziende che commerciano con la Turchia, 2.031 con Israele, 1.623 con l’Egitto, 1.373 con la Tunisia, 1.362 con il Libano, 1.121 con il Marocco. Ha concluso accordi di collaborazione, partecipato a manifestazioni fieristiche in Libia, Tunisia e Libano e promosso forme di cooperazione sanitaria con la Libia. Il Ministro siriano ha poi incontrato anche il Vice Ministro Urso. Durante l’incontro Rifai ha sottolineato come l’Italia sia il primo partner commerciale della Siria e che, essendo la Siria grazie all’adesione al Consiglio di Cooperazione Economica tra 14 Paesi arabi una porta di un mercato comune di 120 milioni di persone, possa diventarlo anche sul fronte degli investimenti nel Paese.

A tal fine il Ministro siriano ha ricordato che il basso costo del lavoro di una buona manodopera locale costituisce certamente un valido motivo per attrarre capitali stranieri. Il Governo siriano ha, infatti, già adottato una serie di misure legislative atte a favorire gli investimenti esteri sul suo territorio. Il Vice Ministro Urso ha però dichiarato che la voglia di investire all’estero è attualmente molto difficile ma che “le condizioni offerte dal Governo siriano possono risultare attraenti purché si individuino insieme i settori industriali sui quali intervenire e si creino le condizioni per un ambiente favorevole all’investimento”. Il Vice Ministro Urso ha poi dato appuntamento al Ministro siriano Rifai a Palermo, il 7 luglio prossimo, in occasione del Seminario Euromed dove si discuterà tra l’ altro dell’appoggio che l’Unione Europea potrà dare alla Siria per divenire membro dell’Omc, cui il Paese arabo ha presentato domanda di adesione nel settembre del 2001.

Anna M. Punzo