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Referendum: la grande vittoria degli Italiani nel mondo

(AIE) “Gli italiani all’estero hanno raccolto la sfida. Per la prima volta, attraverso i referendum, hanno votato; per la prima volta hanno rivendicato di avere gli stessi diritti degli italiani in Italia. Avevo detto: ‘Votate come volete, ma votaté. Il messaggio è stato recepito”. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, scorre soddisfatto il report dei dati sull’affluenza alle urne dei connazionali nei diversi Paesi. In televisione, i giornalisti annunciano che, in Italia, la lunga marcia verso il quorum della metà più uno degli aventi diritto - indispensabile per la validità della consultazione - si è fermata intorno al 25,7%. I connazionali lontani, tra non pochi problemi e difficoltà, sono arrivati, ad oggi, al 21% anche se manca la metà delle sezioni da scrutinare. A Fiumicino, l’“assalto” dei voli con le valigie diplomatiche contenenti i plichi provenienti da ogni parte del pianeta si è concluso la mattina del 16. E un fatto appare già incontestabile: la “prima volta” del voto degli italiani all’estero ha superato l’esame a pieni voti.

Le cifre definitive rese note da alcuni consolati dimostrano come la partecipazione sia stata davvero massiccia: in America Latina spiccano, per l’Argentina, il 42,6% di Buenos Aires, il 44% di Moron, il 42,5% di Cordoba e il 44% di La Plata; in Brasile primeggiano Rio de Janeiro (31,81%), Porto Alegre (34,68%) e San Paolo (31,03); a Lima, in Perù, si è arrivati al 39,03% mentre anche Montevideo (Uruguay) e Caracas (Venezuela) toccano il picco rispettivamente del 35,71% e il 29,3%. Ottima anche la percentuale del Canada, con una media del 36,36%; negli Stati Uniti ottime le performance di Washington (33,42%), Philadelphia (25,62%), Houston (32,4%), New York (21,3%) e Chicago (18%). L’Europa porta in alto Fiume (70,51%), la belga Bruxelles (23,49%), le francesi Lione e Metz (rispettivamente 34,64% e 17%), le tedesche Wolfsburg (25,45%) e Monaco di Baviera (22,46%), la polacca Varsavia (39,35%), la slovena Lubiana (41,15), le svizzere Zurigo (41,44%), Basilea (33,1%) e Berna (30,43%), senza dimenticare il 22,06% di Londra. L’Australia si assesta su una percentuale media del 24,3% grazie ai picchi di Melbourne (28,39%) e Sydney (22,79%). Tra le altre grandi città del mondo, si segnalano Hong Kong (39,31%), Alessandria d’Egitto (54%), Beirut (38%) e Abu Dhabi (70%).

Il Ministro Tremaglia scorre quest’autentico pozzo senza fondo di numeri e cifre e non trattiene il proprio entusiasmo: “Come Ministro non posso che essere soddisfatto di questi risultati. Avevo detto ai connazionali: ‘I contenuti dei referendum non vi interessano, non vi è nessun ritorno legislativo per gli Italiani nel mondo: votate quello che volete ma votate. Questo è il primo grande appuntamento con la Storia. É la dimostrazione del vostro attaccamento all’Italià. Hanno sentito questo appello - è la conclusione di Tremaglia - e l’hanno ascoltato”. Il Ministro non dimentica i problemi: le difficoltà di capire chiaramente i meccanismi del voto per corrispondenza, la grande novità dopo la legge del 20 dicembre 2001 giunta in porto al termine di 46 anni di battaglie; la situazione dell’anagrafe, non ancora del tutto regolarizzata; la strana “dimenticanza” della Rai che non ha mai mandato in onda nessuno spot informativo. Ma adesso bisogna guardare avanti: “Questa è la prova generale per le Politiche del 2006. A quella data arriveremo sicuramente preparati. Questo non è il momento delle polemiche. Conta, invece, che, votando, gli italiani all’estero hanno dimostrato di avere gli stessi diritti degli italiani in Italia. Non dimenticherò mai l’emozione che ho provato all’aeroporto di Fiumicino quando, per la prima volta, sono arrivati gli aerei con i plichi dei voti: io ero lì ad accoglierli. Ogni voto è stato per me come un messaggio d’amore che i connazionali hanno inviato all’Italia”.

Tremaglia, che con questi risultati ha incassato un indubitabile successo personale oltre che politico, sa però che la battaglia non si ferma qui. I problemi sul tappeto, a cominciare, appunto, da quello dell’anagrafe, non permettono distrazioni. Perché basterebbe un soffio per vanificare l’enorme patrimonio di credibilità accumulato in questi anni e trasformare il successo di oggi in una vittoria di Pirro domani. Ma, come ripete il Ministro, “oggi non è l’ora delle polemiche”. I numeri parlano chiaro e dicono che, su due referendum voluti da molti e trovatisi improvvisamente senza padri in Italia, su due referendum privi di qualsiasi ricaduta legislativa sulle comunità all’estero, i connazionali hanno risposto. Questi sono i fatti, che nessuno può contestare. E per i quali Tremaglia torna a ripetere: “É questa la grandezza dell’Altra Italia, per la quale ho sempre combattuto e che amo profondamente”.

Livio Cremona