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Il Rotary di Guidonia in ambasciata ad Algeri

(AIE) Ti accorgi che sei in Italia solo dopo che hai varcato il robusto cancello in ferro di villa Hesperia, residenza dell’ambasciata italiana ad Algeri, da due anni guidata da S.E. Romualdo Bettini. Si capisce dai tre carabinieri che avevano facilitato l’ingresso e dalla stemma del battaglione Tuscanica che troneggia sulla parete esterna della casermetta  subito dietro l’alto muro di cinta . Il parco è splendido con palmizi altissimi, il prato curatissimo con chiazze di colore sparse qua e là. Le rose sono dovunque ma anche fiori e felci lunghissime. Tutto è sobriamente illuminato e viene da chiedersi come abbia fatto a vivere qui per quasi due anni e mezzi, circa la metà della sua esistenza, la piccola Meriem. Già la figlia di Michela Silvestri di Montegalda in provincia di  Vicenza che furono condotte con un taxi dal nonno acquisito Franco Bellotti fino all’ambasciata per evitare che gli screzi ed i pianti tra l’italiana e il marito che aveva riportato la piccola Meriem in Algeria degenerassero. Nulla faceva immaginare che in quel parco fino a 12 ore prima una bimba avesse scorazzato: “ A suo piacimento. L’abbiamo nel cuore - ha detto la moglie cilena dell’ambasciatore- nei pensieri nei ricordi. Meriem aveva libero accesso, giocava con tutti, con me con i carabinieri con la mamma. Era delizioso vederla leggere con la mamma o giocare con tutti i regali che arrivavano dall’Italia. Ci mancherà.”  Con analoga amicizia e simpatia siamo stati ricevuti dall’ambasciatore nei saloni dove i ricordi fotografici della carriera di S.E. Bettini si distinguevano con garbo e senza ostentazione  su un pianoforte a coda. Saloni in cui i rotariani di Guidonia e quelli algerini hanno potuto familiarizzare. Si sentiva parlare italiano, francese, inglese ed arabo ma il filo conduttore è stata l’amicizia, la concordia la volontà di conoscersi di spiegarsi di affrontare insieme i problemi. A cena  con l’ambasciatore, sotto il patio, dove la luce della luna era più lucente complice un buon chianti, due piatti di rigatoni ed altri di carne oltre alla frutta si è parlato di tutto. “ La piccola Meriem- ha detto Bettini- era qui ancor prima che io arrivassi. Se avessimo voluto, l’avremmo riportata   in Italia in mille modi, ma avremmo leso i diritti di un Paese e creato un episodio increscioso. L’umanità del Presidente Berlusconi , di Aznar e del Presidente algerino Abdelaziz Bouteflika hanno prevalso. L’Italia  è il secondo partner commerciale dell’Algeria. E’ un Paese dove si cominciano a vedere gli effetti dello sviluppo.  Il ruolo delle nostre aziende, le capacità tecniche nazionali sono  sempre più importanti ed incisivi.  Auspichiamo che gli scambi commerciali siano in crescita anche per recuperare il gap dovuto all’importazione di gas e petrolio con il coinvolgimento di piccole e medie imprese.” Al tavolo sedeva tra gli altri l’ingegnere Enrico Casini, responsabile della Ansaldo Energia che dopo pochi giorni avrebbe messo in funzione una centrale termoelettrica a gas metano dell’Enel. Si è parlato della visita del Presidente Berlusconi che ha determinato attraverso accordi commerciali nuove partnerships per la costruzione di una pipeline e di un gasdotto attraverso la Sardegna con la Saipem e l’interessamento dell’Enel alla costruzione di un impianto di dissalamento. “La possibilità di essere propositivi in un contesto di carenze di idee a livello internazionale” ha detto  il Premier Silvio Berlusconi.

 

Emilio Ammaturo