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Tremaglia incontra la comunità italiana ad Alessandria

Intervento del Console Lelio Crivellaro

 (AIE) Lelio Crivellaro, Console generale ad Alessandria, ha accolto il Ministro per gli Italiani nel Mondo e la delegazione da lui guidata, nella sede del Centro Culturale Dante Alighieri. Questo il suo intervento.

On. Ministro, Signora Tremaglia, Signor Ambasciatore, Signor Direttore Generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie, Signori Rappresentanti delle forze Armate e del Commissariato Generale per le onoranze ai caduti in guerra, Signor Console d’Italia al Cairo, Signori Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’arma, Rappresentanti delle comunità italiane del Cairo e di Alessandria, Caro Presidente della Dante Alighieri, Signore e Signori, è con immenso piacere che la comunità italiana di Alessandria d’Egitto accoglie la visita del Ministro per gli Italiani nel Mondo, On. Mirko Tremaglia. E’ a tutti noto l’impegno pluridecennale con cui il Ministro Tremaglia si è battuto per le comunità italiane all’estero e, in particolare, per far approvare dal Parlamento italiano quel disegno di legge sul voto degli italiani all’estero che, dopo non poche peripezie e varie disillusioni (alcune anche proprio all’ultimo momento) ha visto finalmente la luce lo scorso dicembre. E’ pertanto motivo di grande soddisfazione constatare come il Ministro Tremaglia abbia scelto Alessandria come meta per uno dei suoi primi viaggi all’estero nella sua nuova carica e come primo momento di contatto con l’Egitto. Quest’ultimo è anche legato ad un doveroso tributo di riconoscenza alle migliaia di caduti italiani nelle aride e sabbiose distese di El Alamein, presso il cui Sacrario ci recheremo domani in visita. La presenza italiana ad Alessandria d’Egitto rimonta indietro nel tempo fino al lontano 1300, quando miei antichi colleghi per lo più genovesi e veneziani (i consoli, appunto, anche se in una versione più spiccatamente commerciale) seppero alimentare - grazie al contributo di piccole ma dinamiche ed intraprendenti comunità - vantaggiosi scambi commerciali tra le opposte rive del Mediterraneo. Dopo secoli di oblio, la presenza italiana riprese vigore a metà dell’800, quando proscritti nei moti del Risorgimento, mazziniani, garibaldini, anarchici e liberi pensatori (provenienti in particolare dalla città di Livorno che aveva intensissime relazioni commerciali con l’Oriente) arrivarono ad Alessandria per installarvisi stabilmente. La seconda ondata sopraggiunse tra la fine del secolo e l’inizio del Novecento quando milioni di italiani lasciarono il nostro Paese per cercare fortuna all’estero. Qui in Egitto - ma in special modo ad Alessandria - gli Italiani seppero conquistare posizioni di assoluto prestigio nei Tribunali Internazionali, nelle Amministrazioni pubbliche, nelle costruzioni, nel commercio, nelle libere professioni. Giudici, funzionari, notai, medici, farmacisti, avvocati, professori, ma anche tecnici, elettricisti, carpentieri, meccanici, piccoli commercianti, barbieri, ottennero con il loro lavoro stima e gratitudine presso la popolazione locale. Cito, tra i tanti, a caso nomi illustri quali Colucci, Pinto, Cartareggia, Morpurgo, Almagia, Lusena, Boriglione, Levi, Misitano, Garozzo, e, tra gli architetti, Ernesto Rossi, Clemente Busiri Vinci, Ernesto Verrucci, i tre successivi Direttori del Museo Greco-Romano, Botti, Breccia, e Andriani e - infine- come dimenticare il contributo dato alla cultura nazionale da letterati nati o vissuti ad Alessandria quali Ungaretti, Marinetti, Fausta Cialente, Enrico Pea.

Il periodo di maggiore splendore si ebbe tra le due guerre quando Alessandria rivaleggiava con le città costiere francesi ed italiane per fasto, ricchezza, importanza culturale, attività economica. E gli Italiani - è bene ricordarlo - furono tra i principali artefici di tale sviluppo dato che la comunità italiana contava allora circa 25.000 persone, la seconda in Alessandria, dopo la greca - più o meno la metà dell’intera collettività italiana in Egitto.

Sopravvenne poi la crisi, causata dallo scoppio della seconda guerra mondiale, quando migliaia di connazionali furono inviati al confino in una inospitale zona nelle vicinanze del canale di Suez, perché ritenuti possibili "quinte colonne". Tale esperienza indusse molti italiani a lasciare l’Egitto seguiti, negli anni ‘50 e ‘60, da moltissimi altri, quando le misure di nazionalizzazione imposte dal Governo egiziano li privarono, dall’oggi al domani, dei loro beni e delle loro proprietà, costringendoli a partire in gran fretta, magari portando con sé solo una valigia. Ed anche quando, negli anni ‘80, tali misure vennero revocate, ben pochi ritornarono ad Alessandria, poiché la grande maggioranza si era dispersa, chi in Libano, chi in Grecia, chi in Australia, e chi, infine, era ritornato in Italia. Oggi la comunità "storica" di Alessandria è ridotta a circa 1200 persone, assai spesso avanti negli anni, in condizioni economiche difficili, quasi sempre separata dai figli e dai nipoti, con prospettive future piuttosto problematiche. Sono quindi, nella maggior parte dei casi, bisogni primari quelli che chiede di soddisfare, data anche la scarsa accessibilità al sistema locale di assistenza sociale e medico-ospedaliera.

La presenza culturale, un tempo florida ed intensa, basti pensare ai cinematografi, alle scuole, ai centri culturali, alle sale per concerti, ai luoghi ricreativi, oggi è ridotta a poche istituzioni, quella italiana è centrata intorno alla Dante Alighieri, all’Istituto Professionale Don Bosco, alla piccola Scuola Giuseppe Ungaretti. Ed anche l’associazionismo non va oltre la più che centenaria Società Italiana di Beneficenza, che, oltre ad assistere i più bisognosi, gestisce anche una Casa di Riposo con una trentina di pazienti, di cui più della metà sono italiani. Ma accanto alla comunità "storica" vi è oggi anche una comunità "tecnologica" formata dai responsabili di piccole imprese italiane che hanno avviato attività produttive e commerciali - in particolare nel settore tessile e dell’abbigliamento - giovandosi delle agevolazioni introdotte dalla legislazione locale per favorire l’arrivo di capitali stranieri. Tale presenza si sta ora espandendo anche nel settore dei prodotti petroliferi e delle grandi opere di costruzione, a dimostrazione di un vivo interesse degli italiani a prendere parte allo sviluppo economico del Paese, pur in presenza di ostacoli e problemi che non sono certo fatti per incoraggiare la presenza straniera. Alessandria, dopo decenni di crisi, si sforza di trovare per il prossimo futuro un rilancio - di cui è palpabile testimonianza la neonata Biblioteca Alessandrina che abbiamo visitato nel pomeriggio - rilancio che sfrutti la sua peculiarità, il suo carattere di "mediterraneità" che è nel dna di questa città e in cui è certamente presente anche l’impronta italiana.

 

AIE