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Minimi pensionistici italiani all’estero: Intervento del Ministro Tremaglia al Senato l'11 dicembre

(AIE) Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, come annunciato in apertura dei lavori dell’Assemblea Plenaria del CGIE, l’11 dicembre, si è recato in Senato, per rivolgere un appello all’Assemblea e al Governo affinché venga approvato l’emendamento alla Legge Finanziaria 2003 che adegua la pensione minima corrisposta ai pensionati italiani all’estero all’entità monetaria riconosciuta ai cittadini sul territorio nazionale. Precisato che la maggiorazione comporterebbe una spesa aggiuntiva di appena 60 milioni di euro, il Ministro ha chiesto l’approvazione di questa misura che rappresenterebbe un riconoscimento concreto della parità di diritti agli italiani nel mondo e che è stata approvata all’unanimità dall’Assemblea del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

Il Ministro ha ricordato all’Assemblea di Palazzo Madama che alla Camera dei Deputati, in sede di votazione della Legge Finanziaria, è stato accolto dal Governo un ordine del giorno che lo impegna, ha sottolineato Tremaglia, “a rispettare il dettato costituzionale dell’eguaglianza dei cittadini italiani, assumendo le misure necessarie per riconoscere, secondo giustizia ed equità, la parità in materia pensionistica ai nostri connazionali residenti all’estero”, corrispondendo loro la differenza, per quanto riguarda il minimo pensionistico, tra 123,77 euro e 516,46 euro mensili, a partire dal 1° gennaio 2003, tenendo conto del costo della vita nei vari Paesi.

Rivolgendosi a tutti i senatori, “senza distinzioni di parte”, il Ministro Tremaglia ha ribadito l’importanza di approvare l’emendamento sui minimi pensionistici per gli italiani all’estero poiché “si tratta degli interessi generali degli italiani nel mondo”. Emendamento che, ha tenuto ha sottolineare il Ministro, è stato approvato all’unanimità dal CGIE ed è stato approntato “adottando tutti quei criteri, tutte quelle precauzioni indispensabili per ridurne il peso di carattere generale, tenendo conto, nell’attribuzione di questa maggiorazione sociale, anche di quello che è il costo della vita per ciascuna area geografica”.

“È un problema di diritti” ha aggiunto Tremaglia, ricordando ai senatori, “perché ne siete stati partecipi”, che, “nel momento in cui gli italiani all’estero hanno ottenuto il voto, sono entrati nella Costituzione della Repubblica con tutti i loro diritti, non vi può essere disuguaglianza tra gli italiani residenti all’estero e gli italiani residenti in Italia. Tra l’altro, gli italiani all’estero già percepiscono dall’Inps i 123,77 euro mensili”

L’On. Tremaglia ha richiamato l’attenzione dei senatori e del Governo su un punto: “La spesa che si determina non è quella che era stata prevista di 350 miliardi di vecchie lire, ma è di 60 milioni di euro per tutti i cittadini italiani all’estero, per ottenere la differenza tra 123,77 e 516,46 euro, tenuto conto del costo della vita; 60 milioni di euro corrispondono a circa 120 miliardi di vecchie lire”. Una precisazione che il Ministro invita a considerare come “indispensabile promemoria per questo, come per altri emendamenti che sono stati presentati al Senato, che prevedono pochi miliardi di spesa (8-9) per i Comites e il CGIE”.

“Credo che comprenderete fino in fondo i diritti sacrosanti degli italiani all’estero”, ha concluso il Ministro per gli Italiani nel Mondo, ricevendo gli applausi dei Gruppi di An, Udc:Ccd-Cdu-De, FI, Mar-Dl-U, Ds-U, Misto-Sdi e del Senatore Ruvolo (Gruppo per le Autonomie).

 

A.M.P.