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Intervento del Ministro degli Esteri, On. Franco Frattini

(AIE) Cari Amici del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Signore e Signori,

Sono particolarmente lieto di darvi il mio più caloroso benvenuto e di inaugurare i lavori di questa Assemblea Plenaria Straordinaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero a pochi giorni dalla mia nomina a Ministro degli Esteri.

Il Governo è consapevole di avere nelle collettività italiane all’estero una straordinaria risorsa, i cui diritti sono stati ora pienamente riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica attraverso l’istituzione di un’apposita Circoscrizione estero. Per merito della legge proposta dal Ministro Mirko Tremaglia, ed ormai in vigore, dodici deputati e sei senatori rappresenteranno presto gli italiani nel mondo nel nostro Parlamento.

L’applicazione del nuovo meccanismo elettorale non è senza problemi. Occorrerà affrontarli e risolverli  in tempo per assicurare il regolare svolgimento delle consultazioni elettorali. La Farnesina in questa prospettiva assicura fin d’ora il proprio fattivo contributo nel quadro di un rapporto di stretta collaborazione con le Amministrazioni interessate. Potranno così essere attuati gli interventi necessari perché i connazionali all’estero siano posti nelle migliori condizioni possibili per esercitare effettivamente il proprio diritto. Un momento di importante verifica sarà il Congresso sul voto che verrà organizzato su iniziativa del Ministro Tremaglia nei prossimi mesi del 2003.

L’Assemblea è chiamata a pronunciarsi su alcune riforme di particolare importanza che toccano i loro Organi rappresentativi: i Comitati degli Italiani all’Estero (COMITES) e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE).

Lo Schema di Disegno di Legge di Riforma dei Comites, attualmente all’attenzione degli altri Ministeri competenti, scaturisce dagli orientamenti emersi dall’ultima Assemblea Plenaria del CGIE e dalle valutazioni della Rete diplomatico-consolare che è stata interpellata al riguardo.

Questi orientamenti ci confermano l’opportunità di consolidare ulteriormente i Comites, gli organismi che costituiscono l’unica istituzione direttamente eletta dagli Italiani residenti all’estero ovunque essi si trovino.

Si tratta di trovare infatti il giusto equilibro tra integrazione sociale e politica da un lato, e valorizzazione dell’identità storica e culturale dei nostri connazionali dall’altro. Un equilibrio capace di definire, nella sua pienezza, proprio quel concetto di “italianità” che meglio si presta ad indicare una nuova idea della nostra cittadinanza al di là delle frontiere.

I Comites attualmente in carica dovranno essere rinnovati il prossimo giugno.

Il Governo, pur nel rispetto dei tempi e delle procedure del Parlamento, e’ impegnato fortemente per una conclusione in tempi brevi dell’iter della Legge.

Per quanto riguarda poi la riforma del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), so che è il tema centrale di questa Assemblea Plenaria: il Governo intende soprattutto ascoltare proposte, suggerimenti, indicazioni. Un Consiglio Generale più forte rappresenta uno strumento insostituibile per garantire alle nostre comunità all’estero che la loro voce giunga effettivamente forte e chiara al Governo ed a tutto il paese.

Cari amici, dobbiamo sempre più maturare la consapevolezza di un’identità italiana che si rafforza non solo attraverso una maggior efficacia degli organi rappresentativi degli italiani all’estero, ma anche, e soprattutto, attraverso una strategia di comunicazione che favorisca la conoscenza dei valori e dei contenuti della nostra civiltà, della nostra cultura e della nostra storia.

Dobbiamo soprattutto rendere accessibili questi valori anche a coloro che - penso alle nuove generazioni -hanno una conoscenza solo indiretta del nostro Paese. Per questi motivi il Piano di Comunicazione di quest’anno - che ci apprestiamo a varare - indica nell’ identità italiana uno dei tre temi principali della nostra strategia. Un tema destinato anche nei prossimi anni ad essere motivo conduttore della comunicazione e delle relazioni che sapremo e dovremo promuovere, attenti anche alle opportunità che la rete Internet e più generalmente le nuove tecnologie dell’ICT (information & communication technology) ci offrono.

Il “Sistema Italia” potrà meglio affermarsi a livello globale se contribuiremo a costituire e ad alimentare una vera e propria relazione tra le due Italie, quella all’interno dei confini e quella al di là delle frontiere, e se sapremo dare a questa relazione non soltanto occasioni e canali, ma una vera e propria intensità. Dobbiamo, noi soprattutto - l’Italia dei confini - , pensare a come scoprono, o riscoprono le radici e l’appartenenza di coloro che non sono più in Italia. E dobbiamo saper contribuire a trasformare il vuoto della lontananza nel pieno di una presenza fatta non solo di attenzioni e sensibilità, ma di occasioni, scambi e soprattutto fatti.

Il Governo sta promuovendo alcune importanti iniziative.

In primo luogo, vorrei citare l’attività  delle nostre Rappresentanze diplomatiche in direzione dei 353 Parlamentari di origine italiana presenti nei Parlamenti nazionali di 27 Stati. Grazie al loro ruolo, essi possono infatti esercitare un’importante funzione di raccordo tra la vita politica dei rispettivi Paesi di appartenenza e l’Italia. Alla cura del rapporto fra rete diplomatica e parlamentari di origine italiana intendo dedicarmi personalmente.

La promozione della medicina e delle strutture ospedaliere italiane costituisce un altro obiettivo prioritario. In collaborazione con il Ministero della Salute ed il Ministro per gli Italiani nel Mondo, la nostra azione punta ora allo sviluppo di rapporti di collaborazione tra gli ospedali italiani nel mondo - censiti dalla nostra Rete diplomatica - ed i Centri di eccellenza medica e clinica sul territorio nazionale. È un’iniziativa significativa, che punta a servizi di qualità per le popolazioni locali e per le nostre comunità. Significativa per gli evidenti motivi umanitari, scientifici e politici di elevata priorità per il Governo anche in questo terreno.

 

Cari amici del Consiglio Generale sono certo che potremo contare sul vostro sostegno decisivo.

 

Il Ministro Tremaglia, d’intesa con il nostro Ministero, ha in programma l’organizzazione della Prima Conferenza degli Scienziati italiani di origine italiana nel mondo. Una occasione straordinaria per offrire ai ricercatori italiani all’estero l’opportunità di interagire maggiormente con i loro colleghi in Italia, di promuovere lo scambio di esperienze e conoscenze e definire le modalità per sviluppare il trasferimento - penso anche a livello di impresa - dei risultati della ricerca scientifica. Tutti noi conosciamo il fenomeno della fuga dei cervelli. Un fenomeno che va oggi analizzato e interpretato non soltanto in termini di impoverimento italiano per la fuga delle nostre energie migliori. Dobbiamo infatti saperne cogliere gli aspetti originali e positivi: legati alle opportunità di scambio delle conoscenze e di arricchimento. Un arricchimento che solo una concreta reciprocità di relazioni potrà promuovere: da qui la necessità che la Conferenza degli Scienziati divenga un appuntamento importante e continuo, anno dopo anno, dell’agenda dei nostri programmi.

Vi ho fin qui citato solo alcune fra le iniziative che il Governo intende sviluppare in costruttiva collaborazione con altri Ministeri. Ed in proposito desidero qui sottolineare quella esistente tra il Ministero degli Esteri e il Ministero per gli Italiani nel Mondo, soprattutto attraverso l’attività della nostra Direzione Generale per gli Italiani all’Estero. E’ una collaborazione che costituisce ormai uno dei punti di forza dell’azione del Governo a favore delle collettività italiane all’estero e rappresenta una solida, doppia garanzia di attenzione nei loro confronti.

Ma il tema dell’identità e delle radici nazionali che prima ho ricordato si declina soltanto a partire dalla lingua. L’italiano è la nostra vera e propria priorità.

L’insegnamento della lingua italiana e la programmazione di eventi e manifestazioni culturali hanno risentito positivamente di una rivoluzione tecnologica che, dopo aver preso a spirare con forza in settori sempre più larghi della società civile, rappresenta ora la leva del cambiamento e del miglioramento dei servizi nelle amministrazioni pubbliche .

Nel campo dell’aggiornamento professionale dei docenti si stanno così affermando, accanto alle metodologie formative tradizionali, l’e-learning, l’autoformazione e l’istruzione a distanza via internet. I nostri professori all’estero potranno ora essere aggiornati in maniera costante ed efficace e l’Amministrazione potrà meglio perseguire l’obiettivo dell’ottimizzazione delle risorse.

L’insegnamento dell’italiano - lo ripeto - è una priorità. I contributi per i corsi di lingua italiana, anche in un periodo di ristrettezze di bilancio, sono rimasti costanti, proprio a sottolineare la volontà del Governo di essere presente dove è più alta la richiesta dei nostri connazionali e dove una nuova simpatia, un nuovo amore per la nostra lingua sembrano rifiorire.

Il Ministero degli Affari Esteri intende allora predisporre, in raccordo con il CGIE, un articolato progetto di revisione dell’attuale legge 153/71. L’obiettivo è quello di conseguire un utilizzo più razionale delle risorse umane ed una gestione finanziaria più moderna ed efficiente dei corsi. Attendo, anche in questo campo, i vostri consigli, prima di presentare al Consiglio dei Ministri una proposta.

Per connessione di argomento, vorrei qui segnalare una nuova forma di coinvolgimento economico delle collettività italiane all’estero, che nasce da un’importante iniziativa del Fondo Sociale Europeo. Alcuni progetti finanziati dall’Unione Europea attribuiscono alle nostre collettività il ruolo di risorsa da scoprire e valorizzare per lo sviluppo dell’Italia. Le nostre comunità vengono cioè  chiamate a partecipare attivamente al processo di sviluppo del nostro Paese ed in particolare del Mezzogiorno. Ci rivolgiamo a loro perché contribuiscano a questa missione  con il peso della loro esperienza e con l’intelligenza  di quella mentalità concreta che hanno saputo acquisire nei duri anni della loro crescita e della loro integrazione in altri Paesi.

L’importanza di una relazione attiva e continua con le comunità dei nostri connazionali all’estero va dunque incoraggiata e resa strutturale cogliendo e promuovendo occasioni, sviluppando un uso attento  e intelligente delle risorse. Nello stesso tempo andrà, anno per anno,   definita e modulata - nelle priorità  - seguendo sia il dettato dell’agenda di Governo, sia le contingenze improvvise e impreviste.

E’ il caso dell’Argentina.

La crisi politico-economica in America Latina ed il conseguente deterioramento delle condizioni di vita delle fasce più deboli delle nostre comunità, fanno si che l’assistenza costituisca ancora uno dei fulcri della politica del Governo. Le Rappresentanze diplomatico-consolari hanno attivato, con i finanziamenti disposti da questa Amministrazione, un programma assai articolato di interventi. In particolare si tratta di iniziative che interagiscono con i sistemi locali di previdenza e costituiscono una “Rete” di assistenza per mitigare i disagi provocati dalle carenze locali.

Molto efficace si è fin qui dimostrata l’attività svolta dall’Unità di Coordinamento con le Regioni per l’assistenza all’Argentina presieduta dal Ministro Tremaglia, davvero infaticabile!.

Le nostre Rappresentanze diplomatiche in America Latina continuano a segnalare un forte aumento delle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana, da parte di latino-americani discendenti da nostri immigrati. La situazione si è acuita a causa della grave crisi politico-economica in cui si è venuta a trovare l’Argentina a partire dal dicembre 2001.

Si tratta di un aumento dovuto anche ad una legislazione sulla cittadinanza, politicamente ambiziosa nel voler recuperare i milioni di cittadini discendenti da emigrati italiani. Il disegno politico è quello di consentire, a tutti coloro che vantano un’origine italiana, il recupero della cittadinanza quale espressione giuridica della propria italianità. Non vengono indicate una data nel tempo o un numero di generazioni, oltre le quali la discendenza non possa più essere fatta valere.

Vanno indubbiamente creati nuovi presupposti, in termini di risorse finanziarie ed umane, necessari a cogliere in tempi rapidi le potenzialità di questa legislazione per il Sistema Italia.

L’Italia, favorevole all’integrazione dei propri cittadini nella comunità del Paese di emigrazione, intende nello stesso tempo conservare i legami con i propri connazionali.

La doppia cittadinanza va dunque considerata come la condizione che completa il processo di integrazione dei cittadini italiani nello Stato di accoglimento. Per questo motivo l’ordinamento italiano la favorisce, prevedendo che “il cittadino che possiede, acquista o riacquista una cittadinanza straniera, conserva quella italiana”. La doppia cittadinanza comporta infatti la pienezza dei diritti della persona nei due Stati di cui è cittadino.

Per questa ragione, allorché la Germania ha ammesso su base di reciprocità la doppia cittadinanza con i paesi dell’Unione Europea, ci siamo subito attivati per fare in modo che questa condizione venisse soddisfatta.

Pertanto, a partire dal 22 dicembre di questo 2002, i cittadini italiani che acquistano la cittadinanza tedesca, potranno, se lo vogliono, conservare anche quella italiana.

La rete consolare, assieme ai Comites ed al CGIE, è l’altro grande punto di riferimento delle comunità italiane all’estero. La funzionalità della Rete ha indubbiamente risentito negli ultimi anni dei vincoli imposti dal risanamento del bilancio pubblico. E’ a tutti noi nota l’esiguità delle risorse umane e finanziarie dei nostri Uffici consolari, rispetto agli obiettivi che sono stati loro assegnati: assicurare servizi efficienti ai connazionali da un lato, favorire la promozione economica e culturale del nostro Paese dall’altro. Potenziare organici e risorse e’, in questa legislatura, un obiettivo del Governo.

I nostri Uffici consolari costituiscono il vero e proprio “Front Office” dell’immagine e dell’esperienza che un qualsiasi visitatore fa dell’Italia. La sua prima impressione. La corretta comunicazione  della nostra immagine richiede un efficace coordinamento: per  essere  attuato, il coordinamento, non  ha solo  bisogno di strumenti  e risorse.

L’obiettivo di una migliore organizzazione dei servizi consolari è stato inserito, accanto al tema dell’identità e della presidenza italiana del semestre europeo, tra le tre priorità del Piano di comunicazione 2003 del MAE. In questa che si configura come una vera e propria campagna di comunicazione interna - prima - e di relazione esterna successivamente ci saranno di aiuto le iniziative da me promosse nella precedente esperienza ministeriale. Dalle iniziative per la semplificazione delle procedure e del linguaggio (il progetto Chiaro!) alla campagna per il benessere del lavoro pubblico e soprattutto l’organizzazione degli spazi aperti al pubblico: il progetto dell’ Ufficio ideale che rappresenta, per il 2003, il tema principale del Piano di comunicazione del Dipartimento della Funzione Pubblica.

L’efficacia di un servizio al pubblico, come quello che i Consolati offrono ogni giorno,  non dipende solo da risorse materiali. Sono convinto che l’efficacia di una struttura pubblica, a parità di risorse, dipenda anche sia dal comportamento, dall’atteggiamento, dalla tenuta, dall’inventiva del personale responsabile e di quello addetto che fa parte di quella struttura, sia dalle procedure.

E’ stata per questo proposta e realizzata un’analisi di funzionamento dei centralini, primo biglietto da visita delle nostre Rappresentanze all’estero. Da questa prima indagine dovranno seguire dei miglioramenti certi: nelle regole di comportamento dei dipendenti, nel loro approccio con i visitatori, nelle loro risposte telefoniche, nella tenuta delle persone che ricevono il pubblico e in quella degli ambienti dove i visitatori vengono ricevuti. Ogni spazio pubblico consolare è una vera e propria casa-Italia, un piccolo-grande mondo che rappresenta ogni giorno chi siamo allo sguardo di ogni visitatore.

Dobbiamo per questa ragione prestare una grande attenzione ai temi dell’organizzazione dei servizi, maturare una nuova sensibilità alla customer care, sentirci parte e protagonisti di un’azione comune e - ne sono certo - di una soddisfazione comune. Presto - attraverso la rete intranet - lanceremo una campagna di sensibilizzazione, ma anche e soprattutto di raccolta di idee, proposte e suggerimenti in questa materia della relazione, dell’accoglienza e della vicinanza con i nostri visitatori. Lo faremo particolarmente incoraggiando l’emulazione dei comportamenti positivi, promuovendo incentivi materiali ma anche morali. Sono convinto che ognuno di noi  sia fortemente sensibile alla motivazione morale, alla stima, al riconoscimento delle professionalità, al sentirsi incoraggiato, seguito ed apprezzato.

Accanto alla mobilitazione delle risorse umane, noi dovremo fare la nostra parte lavorando a promuovere una attenta e puntuale modificazione di quelle procedure che rendono lento e faticoso il servizio reso. Procederemo, con il concorso delle Rappresentanze consolari, ad un inventario e ci daremo degli obiettivi, delle scadenze temporali. E renderemo conto del nostro lavoro in appuntamenti pubblici che il nostro Piano di comunicazione individua. In Italia come all’estero le nostre amministrazioni pubbliche devono essere veloci nella risposta ai cittadini e vicine nello spazio anche virtuale delle reti, ma soprattutto nel loro essere disponibili e amichevoli con il pubblico.

Questo desidero fare per voi e insieme a voi.

Del resto non abbiamo scelta: in una fase di risorse limitate dobbiamo puntare soprattutto  sul valore aggiunto che ci può derivare, per aumentare l’efficacia della nostra rete all’estero, dalla fantasia, dall’intelligenza e dalla dedizione al lavoro delle nostre risorse umane.

A tutti voi, cari amici del Consiglio generale, un caloroso augurio di buon lavoro, insieme con la preghiera di estendere alle vostre famiglie e ai nostri connazionali tutti, che voi qui rappresentate, oltre agli auguri per le feste e l’anno nuovo, i più vivi sentimenti di solidarietà ed ammirazione da parte del Governo e dell’intero popolo italiano.

 

AIE