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Incontro con il Prof. Manfredi Tricca, Dirigente scolastico dell'Istituto Professionale "P. Cuppari" di Cepagatti

"Progetto Mediterraneo": un dialogo interculturale di studio, di tolleranza e di pace

Dallo scambio di conoscenze scientifiche potrebbero emergere utili indicazioni anche sul grave problema della desertificazione

 

Molto spesso, quando si parla della cooperazione allo sviluppo e del sostegno ai Paesi più poveri, ci si dimentica che il successo di un'iniziativa di solidarietà non è sempre direttamente proporzionale all'entità dei finanziamenti erogati. Certamente i soldi sono fondamentali, in assenza di stanziamenti adeguati anche il migliore progetto resterebbe inattuato, ma, in questo contesto, altrettanta importanza va attribuita al fattore umano. Senza la silenziosa e costante opera dei volontari, che individuano sul territorio le reali situazioni di disagio e seguono in prima persona l'evoluzione del progetto, anche la migliore iniziativa di sostegno potrebbe infatti fallire. In questo contesto per garantire la riuscita di un progetto, che eviti gli sprechi del finanziamento a pioggia e fornisca adeguate e durature risposte alle reali esigenze delle popolazioni locali, appare d'altronde fondamentale anche la creazione di una fattiva collaborazione tra soggetti privati ed enti pubblici che consenta una programmazione delle iniziative capillare ed a lungo termine. Stiamo parlando di una solidarietà di ampio respiro dunque, basata sul duro lavoro preparatorio, sulla operosità e sull'inventiva, che si rispecchia pienamente nel "Progetto Mediterraneo". Un'importante iniziativa didattica, realizzata dal Comitato Interpaese Italia-Maghreb del Rotary International (in collaborazione con la Regione Abruzzo, la Provincia di Pescara ed il Comune di Cepagatti) che darà a 62 studenti, provenienti dall'Algeria, dal Marocco e dall'Eritrea l'opportunità di acquisire le moderne tecniche agroalimentari del nostro Paese. Nei prossimi tre anni i giovani partecipanti saranno infatti ospitati presso il convitto dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente "P. Cuppari" di Cepagatti. Un'esperienza unica nel suo genere che abbiamo cercato di comprendere meglio attraverso la testimonianza del dirigente scolastico dell'Istituto, il Prof. Manfredi Tricca.

 

Prof. Tricca, come nasce il "Progetto Mediterraneo", e quali sono le finalità di questa importante iniziativa?

 

Il "Progetto Mediterraneo" è nato due anni fa con una filosofia ben precisa. Noi siamo per un'agricoltura sostenibile, per un sistema prevalentemente biologico e per una tutela a 360° dell'ambiente in cui viviamo. Sulla base di questi input culturali prepariamo i tecnici che un domani si dedicheranno all'agricoltura e alla protezione dell'ambiente. Partendo da questi punti fermi abbiamo poi compreso che la nostra cultura lavorativa non poteva rimanere relegata negli ambiti locali, regionali e nazionali ma doveva estendersi a tutto il Mediterraneo. Nell'ambito internazionale, a tutt'oggi caratterizzato da una cooperazione diretta, noi abbiamo pensato che fosse importante, questo in pratica il nocciolo del nostro messaggio, anche l'attivazione di un sistema educativo di ampia portata che agisca sui giovani del Mediterraneo.

 

Ma nella fattispecie come potrà questa iniziativa didattica favorire lo sviluppo economico e culturale dei Paesi meno fortunati?

 

Noi siamo attualmente in grado di istruire quei ragazzi dei Paesi mediterranei che intendono dedicarsi all'ambiente e che un domani, grazie all'apprendimento del nostro modo di concepire l'agricoltura, potranno capire e seguire i futuri orientamenti dell'Unione europea in questo specifico settore. Con la nostra iniziativa, per quanto concerne questo problema sociale, potremo infatti favorire la nascita di un sentire comune e di idee condivise tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Ma da questo contesto emergono anche altre questioni di estrema rilevanza come ad esempio la desertificazione dei suoli. Un problema molto serio, il fenomeno della desertificazione ha ormai raggiunto l'Italia ed interessa in modo particolare le regioni meridionali del nostro Paese, che le nazioni del sud mediterraneo combattono e conoscono da lungo tempo. Uno scambio culturale, dialettico e di studio con questi Paesi potrà quindi elevare il livello delle nostre conoscenze su questa specifica problematica.

 

Al di là degli indiscussi vantaggi conoscitivi, come potrà questo importante progetto divulgativo favorire il rafforzamento del dialogo e dello scambio interculturale tra le popolazioni del Mediterraneo?

 

Il nostro progetto, oltre ai traguardi didattici, tende al raggiungimento di obiettivi trasversali, come ad esempio l'interculturalità, la tolleranza, la pace, il dialogo, la conoscenza e l'ascolto. Per cui questi giovani stranieri insieme ai ragazzi italiani daranno vita alla prima cellula di un importante sviluppo. In questo contesto le strutture dei Rotary ci hanno molto aiutato, sono state fondamentali per la riuscita dell'impresa.

 

Goffredo Morgia