News


N

e

w

s

Roma, 4/5/6 luglio 2001: Assemblea generale del CGIE - Intervento del Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Umberto Vattani

"Dobbiamo purtroppo registrare un grave problema per quanto concerne le risorse"

 

Nel rinnovare i saluti del Ministero degli Affari Esteri al CGIE e nel porre i miei saluti personali, desidero solo sottolineare nel mio intervento, successivo a quelli di due Ministri che hanno già affrontato gli aspetti più salienti di molte questioni, che la costituzione del Ministero per gli Italiani nel Mondo è il segnale dell’attuale importanza politica delle tematiche dell’emigrazione;

vorrei, quindi, soffermarmi su quanto la Farnesina fa quotidianamente per i connazionali all’estero attraverso la sua rete diplomatico-consolare;

la rete consolare italiana si compone di 116 Uffici consolari. E’ la più estesa al mondo: il numero dei Consolati italiani è più di due volte superiore alla media dei Paesi dell’Ue (51,84) e quasi due volte quella dei Paesi del G8 (73,43). Ciò si spiega non solo con la tradizione d’emigrazione italiana, ma anche con la cura e l’interesse dell’Italia per l’assistenza ai connazionali all’estero, dato che la nostra rete consolare è più vasta anche rispetto a quella di altri Paesi con forti tradizioni emigratorie (Spagna, Francia, Portogallo);

l’incidenza dei Consolati sul totale delle Sedi estere del MAE supera il 48% e questo rapporto Ambasciate-Consolati è percentualmente il più elevato tra i Paesi europei. Si tratta di strutture capillarmente diffuse per il mondo, sottoposte a continue richieste d’intervento e d’aiuto da parte della collettività italiana, sia di quella permanentemente all’estero sia di quella "di passaggio" (turisti, studenti, famiglie, ecc.). L’estate, tra l’altro, è proprio il periodo in cui tale collettività è più numerosa ed in cui, di conseguenza, il lavoro per la nostra rete consolare aumenta ulteriormente. Un mese fa, in una conferenza stampa, assieme al Direttore generale per gli Italiani all’Estero, Min. plen. Carlo Marsili, ho esposto il modo in cui la Farnesina si sta preparando all’estate nel settore dell’assistenza consolare;

a fronte di una rete talmente estesa e di problemi ed aspettative crescenti da parte della collettività, dobbiamo purtroppo registrare un grave problema per quanto concerne le risorse, come già sottolineato dal Min. Ruggiero. L’Italia assegna al bilancio del Ministero degli Esteri solo lo 0,28% (ripeto lo 0,28%) all’anno, compresi i fondi per la cooperazione allo sviluppo, mentre Francia e Germania dispongono, per i rispettivi Ministeri degli Esteri, di un bilancio dell’1,3% e dello 0,87%, e cioè oltre 4 e circa 3 volte superiore a quello della Farnesina in termini percentuali. Appare allora evidente che la Farnesina agisce con disponibilità finanziarie inferiori rispetto a quelle degli altri Paesi europei e che soluzioni alternative per reperire ulteriori risorse di cui parlava il Ministro Ruggiero si rendono sempre più necessarie;

alla scarsità di risorse finanziare si aggiunge quella del personale. Al 1° gennaio 2000, il personale in servizio presso i Consolati (116) ammontava a 1.712 unità, inclusi i diplomatici ed i contrattisti. Vorrei farvi un esempio che visualizza la difficile situazione di alcuni nostri Consolati. Nel 2000 il Consolato generale di Buenos Aires aveva oltre 270mila iscritti all’Anagrafe consolare, una cifra paragonabile al numero di cittadini di una media città italiana; i residenti a Verona, ad esempio, sono circa 255mila. Ebbene, mentre il Comune di Verona ha 2.600 impiegati, il Consolato generale di Buenos Aires ne ha 48, incluso il Console generale. Ogni impiegato al Consolato ha oltre 5.000 connazionali di cui prendersi cura; e mi riferisco solo agli iscritti all’Anagrafe consolare;

questa oggettiva scarsità di mezzi ci obbliga a far ricorso a tutta la nostra creatività, per inventarci delle soluzioni che, per quanto non ideali, ci permettano di fronteggiare le situazioni più difficili. Mi riferisco, ad esempio, al sistema elaborato dal Console generale a Buenos Aires per risolvere il problema delle lunghe file che si formavano innanzi al Consolato per il rilascio/rinnovo del passaporto. Le prime applicazioni del registro di appuntamenti e del sistema del sorteggio hanno dato buona prova, che, mi risulta, è stata sottolineata anche dai rappresentanti latino-americani del CGIE;

la strada per garantire un migliore servizio consolare, lo sappiamo, non è semplice e le difficoltà per l’Amministrazione di reperire risorse finanziarie ed umane la rendono ancora più difficile.

Tuttavia, credo che si sia intrapresa la strada giusta e la costituzione di un Ministero per gli Italiani nel Mondo, che lavorerà coordinandosi strettamente con la Farnesina e con la Direzione generale per gli Italiani all’Estero in particolare, agevolerà il raggiungimento di importanti risultati. L’individuazione degli obiettivi, sono certo, giungerà in buona parte dalle preziose indicazioni che emergeranno dai lavori di quest’Assemblea plenaria del CGIE.

 

Ambasciatore Umberto Vattani