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Documento V Commissione

 

Nelle precedenti riunioni, ultima la Commissione riunitasi nel febbraio 2001, la V Commissione ed il Segretario generale del CGIE hanno richiesto al Ministero del Lavoro che gli interventi di formazione professionale, destinati agli italiani residenti in Paesi non aderenti all’Unione europea, fossero quantitativamente accresciuti senza disperdere risorse, già gravemente inadeguate in interventi generici, scarsamente motivati e poco finalizzati alle esigenze delle comunità italiane.

Esistono precise priorità: ad esempio l’America latina, dove processi di crisi e di riorganizzazione dell’economia, mettono drammaticamente in discussione la realtà economico-sociale oppure le aree più dinamiche dello sviluppo economico, ad esempio Germania, Svizzera ecc., dove la ristrutturazione produttiva riduce l’occupazione generica e non professionalizzata e provoca ulteriori pesanti difficoltà nel processo d’integrazione. Vanno inoltre meglio precisate le priorità più urgenti per individuare il target su cui concentrare l’intervento:

1) i connazionali con gravi difficoltà socioeconomiche ed a rischio di esclusione sociale

2) coloro che, insufficientemente professionalizzati, rischiano di perdere, in conseguenza dell’innovazione tecnologica e dei processi di ristrutturazione aziendale, il posto di lavoro.

Una maggiore attenzione deve essere dedicata alla valorizzazione di progetti formativi destinati alle professionalità più innovative ed avanzate ed alla formazione di una capacità imprenditoriale italiana. Il CGIE aveva inoltre chiesto una più attenta individuazione e verifica dei diversi soggetti che partecipano ai bandi, che devono dimostrare competenze adeguate ed una capacità di operare in stretto contatto con le comunità italiane ed una responsabilizzazione maggiore delle rappresentanze consolari con il coinvolgimento, effettivo e non formale, dei Comites e delegati CGIE se presenti. Su questi problemi, accanto a disattenzioni e problemi che permangono nel rapporto con Governo e Parlamento, si è registrata, in questa sessione dei lavori, una maggiore sensibilità del Ministero del Lavoro, ufficio centrale OFPL, che ha accettato un confronto con la V Commissione sulla forza del nuovo bando di concorso relativamente alla formazione professionale. La V Commissione, coerentemente con le posizioni espresse dal CGIE, ha formulato osservazioni e richieste relativamente a:

1) favorire la selezione di soggetti operativi con un legame effettivo e verificato con le realtà sociali dei Paesi interessati e delle comunità italiane, criteri più impegnativi per verificare le attività corsuali e la loro correttezza ed efficacia;

2) garanzie sulla effettiva e tempestiva trasmissione dei progetti entro i tempi stabiliti sia per quanto concerne i promotori sia per il parere dell’autorità consolare;

3) coinvolgimento dei Comites e delegati CGIE nel verificare la rispondenza dei progetti ad effettive esigenze e della capacità effettiva dei proponenti di realizzarli con la partecipazione della comunità italiana;

4) partecipazione del Presidente della V Commissione al Comitato Tecnico di Valutazione.

Queste osservazioni e richieste la V Commissione le ha portate all’Assemblea del CGIE: si attende ora la trasmissione definitiva per potere esprimere il parere obbligatorio del CGIE:

La V Commissione nel corso della riunione ha preso in esame anche i problemi della cooperazione allo sviluppo destinata fra gli altri ai Paesi di Africa, Asia ed America latina e si è espressa per una vigorosa ripresa dell’impegno finanziario dell’Italia e dei Paesi sviluppati a favore dei più poveri. Ha richiesto la rapida approvazione di una nuova legge sulla cooperazione per fronteggiare efficacemente la situazione dì emergenza che continua a caratterizzare i Paesi in via di sviluppo.

A questo tipo di cooperazione possono dare un contributo le comunità italiane all’estero, per i legami con le società locali, o per il patrimonio di competenze tecnico-professionali che possiedono e per la loro carica di solidarietà. Per questa ragione la nuova legge sulla cooperazione dovrebbe prevedere le forme e le modalità del contributo che possono dare gli italiani all’estero, aggiungendo competenze e risorse umane e finanziarie ai progetti del Mae; una politica di cooperazione allo sviluppo deve prevedere il ruolo che il CGIE, nell’ambito delle sue funzioni e competenze, potrebbe avere.

La Commissione chiede che questa richiesta venga sottoposta al Ministero degli Esteri, al Sottosegretario con delega alla Cooperazione, al Ministero per gli Italiani nel Mondo ed alle Commissioni Esteri di Camera e Senato.

 

AIE