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20 novembre: la Camera approva la legge ordinaria sul voto

La legge ordinaria sulle modalità di voto dei nostri connazionali all'estero ha superato, il 20 novembre, il primo esame parlamentare. Nelle prossime settimane, se non vi saranno altre sorprese, il provvedimento passerà al Senato che sancirà il definitivo varo della riforma. A questo importante risultato si è giunti dopo un lungo e travagliato dibattito che ha, ancora una volta, evidenziato come nel Parlamento italiano, al di là dei proclami ufficiali, la legge susciti alcuni timori e diffidenze. Nel segreto dell'urna, nonostante la maggioranza dei partiti fosse orientata per il "sì", ben 141 parlamentari, un numero nettamente superiore alla somma delle forze politiche schierate contro il provvedimento (Rc, Verdi, Sdi e Pdci), hanno infatti espresso il loro dissenso nei confronti dell'art. 8 del disegno di legge e cioè quella norma che limita il diritto elettorale passivo ai soli cittadini residenti nella Circoscrizione Estero. L'ennesimo tentativo di snaturare la riforma, già nell'ambito della I Commissione la decisione di limitare le candidature ai nostri connazionali all'estero era stata contestata da alcuni esponenti dell'opposizione, che non è però riuscito ad infrangere l'eterogenea maggioranza costruita con pazienza ed impegno dal Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia. Un consenso trasversale, fondato sulla politica delle grandi intese, che, durante gli ultimi anni, si è opposto con successo alle innumerevoli forme di ostruzionismo che hanno rallentato il corso della riforma. Il sì della Camera alla legge ordinaria è infatti solo l'ultimo tassello di una lunga corsa a tappe dove, parafrasando il grande Eduardo, gli esami sembrano non finire mai.

Sebbene la prima proposta di legge sull'argomento risalga alla II Legislatura, la storia del voto ha inizio molti anni dopo quando, nel corso della XI Legislatura, il Parlamento italiano cominciò a prendere in seria considerazione le forme e gli strumenti per l'effettivo esercizio di voto degli italiani nel mondo. In ogni caso, il primo sì della Camera alla modifica dell'articolo 48 della Costituzione, con la conseguente istituzione della Circoscrizione Estero, giunse il 24 febbraio del 1999. Nei mesi successivi, dopo il via libera del Senato (28 aprile '99) e l'intervallo di 90 giorni previsto dal regolamento per la doppia approvazione delle leggi costituzionali, il provvedimento venne nuovamente licenziato dalla Camera dei Deputati (30 giugno) ed approvato in via definitiva dall'Assemblea di Palazzo Madama il 29 settembre del 1999. Una storica vittoria che, oltre ad inserire nella costituzione alcuni punti fermi, diede certezza ad un settore legislativo ricco ipotesi contrastanti ed estremamente diversificate. Nel febbraio 2000 prese il via a Montecitorio, dopo un lungo lavoro preparatorio delle Commissioni, il dibattito sulle modifiche degli articoli 56 e 57 della Costituzione che stabilivano il numero dei deputati e dei senatori della Circoscrizione Estero. Nel marzo dello stesso anno la Camera approvò il provvedimento che, però, venne successivamente modificato dal Senato. Una kermesse durata mesi, il testo rielaborato fu nuovamente esaminato e licenziato dalla Camera nel luglio 2000, che si concluse in pieno autunno (18 ottobre) con l'ultimo sì di Montecitorio. Una svolta definitiva a cui però fece seguito - stabilita l'entità numerica della rappresentanza (12 deputati e 6 senatori) il dibattito parlamentare si concentrò sulla legge ordinaria di applicazione - una grande delusione. Il sogno di esercitare da subito, cioè sin dalla consultazione elettorale del 13 maggio, il pieno esercizio di voto fu infatti infranto, alla vigilia dello scioglimento delle Camere, quando l'assise del Senato rinviò alla seguente Legislatura la discussione generale sulla legge ordinaria. Un duro colpo, la richiesta di ulteriori approfondimenti da parte di alcune forze politiche e il tentativo della maggioranza di collegare il primo disegno di legge ad una più ampia riforma elettorale non giovarono certamente alla celerità del dibattito, che non impedì all'allora deputato Tremaglia di ripresentare, all'avvio della nuova Legislatura, il progetto di legge C. 339. Un organico provvedimento strutturato su quattro punti fondamentali: articolazione della Circoscrizione Estero in quattro ripartizioni; istituzione di un elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero; attivazione del voto per corrispondenza e diritto di opzione per il voto in Italia o all'estero. Il resto è storia recente e i dubbi sulla costituzionalità dell'art.8, i pareri espressi da noti studiosi di diritto e la minaccia di dimissioni (nel caso di uno stravolgimento della norma) del Ministro per gli Italiani nel Mondo appartengono ormai al passato. Ora, per definitivo varo della legge, che il Ministro Tremaglia definisce "atto di democrazia e di giustizia", manca l'ultimo via libera del Senato. Un solo sì che, dopo tanti anni di attese e cocenti delusioni, concretizzerà il sogno di una piena rappresentanza politica delle nostre collettività all'estero.

 

Goffredo Morgia